Carcere, situazione esplosiva: 20 episodi critici da gennaio. L’Uspp: “Sovraffollamento del 146%, manca il personale”
Ancora una aggressione nella casa circondariale di Vicenza: “Dall’inizio dell’anno sono venti” denuncia Leonardo Angiulli, della segreteria interregionale Uspp del Triveneto, una delle organizzazioni sindacali autonome della polizia penitenziaria.
L’ultimo episodio risale, spiega l’Uspp, alla serata di sabato scorso: un detenuto definito “di difficile adattamento” e che “già in passato ha commesso gesti simili”, ha aggredito il giovane agente presente sul piano, che gli aveva negato di uscire dalla cella in assenza di idonea motivazione. Il malcapitato è stato afferrato e strattonato attraverso le sbarre della cella, sempre secondo il racconto dell’Uspp, riportando sette giorni di prognosi per trauma cervicale, oltre alla rottura della maglia della divisa in dotazione.
I problemi del carcere di Vicenza
“Dall’inizio dell’anno le aggressioni ai danni del personale della polizia penitenziaria berica sono GIà venti – commenta Angiulli – mentre l’anno scorso erano state complessivamente 17 e ciò va ad aggravare ulteriormente i carichi di lavoro al personale in forza alla struttura, che espleta turni massacranti a causa della carenza di organico del personale. Il penitenziario berico ha inoltre un sovraffollamento di detenuti pari al 146%. La polizia penitenziaria paga un prezzo altissimo, uomini dello Stato che subiscono ingiurie aggressioni e lesioni in alcuni casi permanenti. Gli eventi critici delle aggressioni al personale sono un triste circostanza del sistema penitenziario, che ad oggi non è stata ancora risolta. Mentre nei palazzi del potere romano si discute, oramai da troppo tempo, della riforma dell’ordinamento penitenziario i poliziotti della prima linea ricorrono ai servizi di pronto soccorso degli ospedali”.
“Ci appelliamo – prosegue Angiulli – alla coalizione di Governo per individuare ed adottare strategie efficaci per contenere i detenuti violenti, non per ultimo un massiccio ricorso
all’istituto della sorveglianza particolare, ed per garantire l’incolumità dei poliziotti penitenziari al servizio dello Stato”.
La situazione esplosiva nelle carceri
Le leggi che individuano nuovi reati e aumentano le pene per quelli esistenti hanno provocato a Vicenza come dappertutto un aumento delle persone detenute, relegando inoltre l’istituzione carceraria a luogo in cui rinchiudere le persone “e buttar via la chiave” (come si sente dire spesso da qualche politico) invece che il luogo della rieducazione prima del ritorno nella società. Negli ultimi 12 mesi, infatti, come spiega l’associazione Antigone, sono 4 mila i detenuti in più nel nostro paese, una situazione che – per responsabilità del Decreto Caivano, riguarda per la prima volta anche le carceri minorili.
Oltre a questa condizione di sovraffollamento, il 2024 si sta caratterizzando anche come l’anno dell’emergenza suicidi. Le persone che si sono tolte la vita all’interno di un istituto penitenziario sono state in sette mesi 58, di cui 10 solo nel mese di luglio e 12 nel mese di giugno. Di questo passo sarà superato il primato negativo registrato nel 2022, quando a fine anno le persone che si suicidarono in carcere furono 85.
“A ciò si aggiunge – aggiunge ancora Leonardo Angiulli – la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziatri nel 2015, per cui ora i detenuto con patologie psichiatriche sono presenti all’iterno delle carceri ordinarie e i medici di riferimento non hanno esperienza in medicina penitenziaria. A questo aggiungiamo che a Vicenza mancano circa 80-90 agenti e i 180 attualemente in forza alla casa circondariale svolgono complessivamente fino a 6 mila ore di straordinari al mese. Delle 70 nuovi unità il cui arrivo era stato programmato ancora nel 2018 non c’è traccia, ma intanto anche quest’anno sette agenti andranno in pensione” conclude il referente Uspp.