Rivolta nel carcere minorile Beccaria di Milano: 8 feriti e 3 evasi
Momenti di tensione all’istituto penitenziario minorile Cesare Beccaria di Milano per una rivolta dei detenuti. Sabato sera gli incidenti sarebbero partiti con incendi in alcune celle. La polizia e i vigili del fuoco hanno circondato il perimetro della struttura e sul posto sono intervenute anche cinque ambulanze. Il bilancio è stato di otto detenuti feriti e tre evasi dal carcere, di cui uno di loro è stato ripreso dalla polizia, si trovava nel boschetto tra il Beccaria e via Ferruccio Parri. Il giovane ha cercato di nascondersi tra l’erba alta ma è stato catturato e caricato su una volante.
«I detenuti hanno appiccato fuoco in vari locali e avrebbero tentato un’evasione di massa raggiungendo la portineria, ultimo varco del penitenziario verso l’esterno. La Polizia penitenziaria, sempre a ranghi ridotti, sta facendo del suo meglio per contenere quella che sembra una vera e propria rivolta. L’istituto al momento è cinturato dall’esterno anche dalle altre forze dell’ordine» dice Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria. «Da troppo tempo le carceri, sia per adulti sia per minori, che in realtà ospitano ristretti fino a 25 anni d’età, sono letteralmente allo sbando, nell’illegalità diffusa e in balia delle conseguenze, anche violente, che ne derivano. A pagarne le spese, la Polizia penitenziaria sempre più abbandonata a se stessa dagli slogan della politica, ben lungi dall’affrontare di petto gli annosi, pesantissimi e numerosissimi problemi», aggiunge.
Nei giorni scorsi c’erano già state alcune manifestazioni di protesta nello stesso carcere che erano state velocemente sedate. E un episodio simile si era verificato il 20 agosto scorso. In quella occasione cinque agenti di Polizia penitenziaria e tre detenuti erano stati portati in ospedale per una leggera intossicazione, e un agente anche per aver ricevuto un colpo alla testa. Un materasso era stato dato alle fiamme.
Altri incendi erano stati appiccati il 26 e il 7 luglio. Tensioni che seguono i fatti di aprile, quando 13 agenti della polizia penitenziaria sono stati arrestati e altri otto sospesi, accusati di tentata violenza sessuale, tortura, lesioni e maltrattamenti nei confronti dei detenuti.