Il Papa lascia la Papua Nuova Guinea e attera a Timor Est, terza tappa del suo viaggio in Asia e Oceania

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L’importanza di “sapersi rialzare” e “non rimanere caduti”, oltre che di “aiutare gli altri a rialzarsi”, è stata al centro del discorso rivolto da Papa Francesco a circa 10 mila giovani allo stadio di Port Moresby, ultimo appuntamento della sua visita in Papua Nuova Guinea. Il Pontefice, confrontandosi con i giovani, lì ha invitati a evitare le divisioni, a “parlare il linguaggio dell’amore”, mentre “c’è qualcosa che è anche peggio dell’odio: l’indifferenza”.

Bergoglio è quindi volato a Timor Est, terza tappa del suo 45esimo viaggio apostolico internazionale in Asia e Oceania. Nel Paese (indipendente dal 2002), il 98% della popolazione è cattolico, il boom di conversioni è legato soprattutto alla lotta per l’indipendenza dall’Indonesia.

L’aereo del Papa è atterrato all’aeroporto internazionale della capitale Dili. Ad accoglierlo c’erano il presidente della Repubblica José Ramos-Horta e il primo ministro Xanana Gusmão, insieme al nunzio apostolico Wojciech Załuski. Al suo arrivo, come da consuetudine, sono stati due bambini in abito tradizionale a dare il benvenuto al Papa, onorandolo con una ‘tais’, la sciarpa tradizionale timorese, che gli hanno poggiato sul collo. Quattordici persone in abiti tradizionali e rappresentativi dei 14 municipi del Paese, hanno accompagnato Francesco lungo il tragitto verso la VIP lounge. Migliaia e di persone sui balconi, tetti e persino sugli alberi, hanno urlato il loro “Bem-vindo Santitade” al passaggio del Papa per le strade della capitale.

Dopo l’atterraggio e l’accoglienza il trasferimento alla Nunziatura apostolica. La residenza è totalmente green in accordo con gli insegnamenti di Papa Francesco nella sua enciclica ‘Laudato sì’. Quindi la cerimonia con l’accoglienza ufficiale del Presidente José Ramos-Horta, con l’incontro privato al Salao CPLP. A seguire l’incontro con le autorità, la società civile e il Corpo diplomatico.

Alla autorità di Timor Est Papa Francesco ha ricordato e lodato “l’impegno assiduo per giungere a una piena riconciliazione con i fratelli dell’Indonesia”. “Avete mantenuto salda la speranza anche nell’afflizione e, grazie all’indole del vostro popolo e alla vostra fede, avete trasformato il dolore in gioia! – ha detto – Voglia il Cielo che pure in altre situazioni di conflitto, in diverse parti del mondo, prevalga il desiderio di pace e di purificazione della memoria, perché l’unità è superiore al conflitto sempre, e per questo si chiede una certa purificazione della memoria, per chiudere le ferite e sostituire all’odio la riconciliazione e alla contrapposizione la collaborazione!”.

Una visita storica ha commentato anche il presidente José Ramos-Horta, “in un anno significativo per il nostro popolo e per la Nazione in cui celebriamo diverse ricorrenze importanti”. Lo scorso 25 aprile 2024 si è ad esempio celebrato il 50esimo anniversario della ‘Rivoluzione dei garofani’. “Una rivoluzione umanista che ha aperto alla democrazia in tutti i territori portoghesi”, ha aggiunto Horta .