“Take me home”: il Comune fa scuola e racconta un post-dimissioni più sereno

La casa, uno spazio in cui “abitare” che significa trovarsi a proprio agio: il luogo del ritorno, della sicurezza e del rifugio. Sono questi i presupposti sui quali si fonda il progetto “Take me home”, iniziativa di integrazione socio-sanitaria presentata dal comune di Villaverla durante la tappa veneta dell’Osservatorio promosso da Federsanità, Anci e Agenas con l’obiettivo di sviluppare confronto e discussione sulle più significative pratiche messe in atto sul territorio tra le aziende sanitarie e, appunto, le amministrazioni comunali.

La realtà virtuosa di Villaverla con le sue “Dimissioni Programmate”, nel convegno celebratosi a Treviso nei giorni scorsi, selezionata assieme ad altre quattro esperienze territoriali: “A quattro mani” della Aulss 2 “Marca Trevigiana” – Treviso; “Infermiere di Famiglia e Comunità” della Aulss 1 “Dolomiti” – Belluno; “Abitare supportato e budget di salute” della Aulss 8 “Berica” – Vicenza; “Passi d’Argento” del Comune di Casale sul Sile. Un’iniziativa per il momento attivata in collaborazione coi reparti di geriatria, che prevede l’attivazione, nel post dimissioni del paziente, di tutti i servizi necessari, compreso il filo diretto col medico curante e il supporto ai familiari in difficoltà: “L’obiettivo è la presa in carico dell’intero nucleo familiare – spiega la vicesindaca Cinzia Boscato, relatrice per l’occasione – che spesso per lo stress e l’affaticamento dovuto magari ad una lunga degenza, tende ad isolarsi incrementando vissuti di esaurimento ed abbandono. Un particolare ringraziamento per queste preziose sinergie, va all’ufficio dell’assistente sociale del comune di Villaverla e alla dottoressa Erica Sperman per l’impegno e il lavoro svolto”.

Un modello scelto volutamente tra tanti, un esempio di quell’essere comunità anche nelle asperità della vita: per declinare in maniera differente un percorso talvolta doloroso che vuole però guardare con fiducia al futuro, sapendo appunto di non essere soli e soprattutto di poterlo affrontare rassicurati dalle mura domestiche. “Le buone pratiche raccolte e studiate dall’Osservatorio – ha detto il Dg Agenas Domenico Mantoan – non sono solo progetti teorici, ma esempi concreti di innovazione virtuosa che hanno determinato una Comunità di pratica delle cronicità, del sociosanitario e del sociale a livello nazionale, regionale e locale. L’incontro di Treviso è dunque la dimostrazione che i provvedimenti di potenziamento dell’assistenza territoriale, implementati anche grazie al PNRR, stanno dando i loro frutti al fine di avere una presa in carico dei cittadini/pazienti sempre più efficace e uniforme su tutto il territorio nazionale”.