Crisi Italgelato, ieri il vertice in Regione. L’azienda valuta la cessione, ma servono acquirenti
Non s’intravedono ancora sprazzi di sereno nella vertenza sullo stabilimento di Italgelato di Camisano Vicentino, la cui crisi aziendale si è acuita nel corso dell’estate, ma si portano in campo tentativi concreti di far breccia tra le nubi. Ieri il vertice in Regione Veneto, con convocati i delegati societari e le sigle sindacali dei vari lavoratori in attesa di una svolta e in stato di agitazione (lo sciopero prosegue dal 29 agosto). Il tavolo con tentativo condiviso di concertazione si è concluso con un aggiornamento tra le parti a una settimana.
A rischio risultano circa 40 figure professionali tra dipendenti diretti e interinali di imprese collegate. Italgelato, azienda succursale che confeziona prodotti alimentari – per lo più gelati come da denominazione, la sede è in in via dell’Artigianato -, nelle scorse settimane è stata travolta dal clima crescente di tensione e incertezza dettato dalla decisione del Gruppo Italpizza (quartier generale nel Modenese, sorto nel 1991), a sua volta legata ad Acta Srl, di chiudere lo stabilimento di Camisano Vicentino. In Italia e nel mondo per la catena distributiva il gruppo impiega oltre 1.700 lavoratori.
Nelle prossime settimane, dunque, rischiano di rimanere senza lavoro 18 persone con contratto diretto (alimentaristi), 11 interinali (contratti scaduti al 31 agosto), e 8 posti di lavoro alle dipendenze della cooperativa GT Service di Mantova (contratto multi servizi). A queste persone di aggiunge il personale che si occupa delle pulizie, affidate a una ditta di servizi esterna. Il sito produttivo, stando alle dichiarazioni recenti, sarà dismesso, e non ci sarebbe la possibilità di un’inversione di rotta. Sussiste, invece, la proposta di ricollocazione occupazionale per i lavoratori che attenui i disagi per le famiglie coinvolte.
“Nella sede di Veneto Lavoro a Mestre si è svolto l’incontro tra i funzionari dell’unità di crisi – si legge nella nota di Cgil Vicenza -, i rappresentanti dell’azienda e la confederazione Cgil di Vicenza assieme alle organizzazioni di categoria Flai, Filcamse Nidil. I sindacati hanno proposto all’azienda delle azioni utili a salvaguardare i posti di lavoro e il mantenimento dell’attività del sito produttivo di Camisano. La Regione ha illustrato i possibili strumenti previsti dalla legge realizzati con la finalità di risolvere crisi di questa tipologia. Dopo un’ampia discussione si è fissato il 18 settembre 2024 come data per un nuovo incontro”.
Anche da sponda Italgelato è stato diffuso un comunicato stampa a margine della riunione di ieri e delle trattative in essere. “Proseguono in un clima dialogante e di confronto – si legge – e rappresentano un’occasione per dimostrare ancora il senso di responsabilità che governa la gestione di operazioni così delicate, tenendo fede all’impegno preso di non voler lasciare indietro alcun lavoratore: Italgelato conferma che nessuno rimarrà senza lavoro ed è stata ribadita l’offerta di ricollocamento ai lavoratori interessati, sia sul territorio che in altre sedi del gruppo. I rappresentanti della Regione e di Cgil hanno preso atto delle ragioni oggettive che hanno portato l’azienda alla necessità di chiudere lo stabilimento produttivo. I rappresentanti regionali hanno sollecitato l’avvio di una ricerca di un potenziale subentrante industriale, proposta su cui Gruppo Italpizza si riserva di effettuare una rapida ricognizione e valutazione di fattibilità”.
“Nell’incontro che si è tenuto oggi in sede regionale, le parti si sono potute confrontare su questioni concrete” è il commento del presidente veneto Luca Zaia. “La proprietà aziendale ha confermato la volontà di dismettere il sito, mentre le parti sindacali, tuttora in stato di agitazione, hanno ribadito la necessità di provvedere a soluzioni che consentano di assicurare la salvaguardia occupazionale sul territorio. Come Regione abbiamo sottolineato alla proprietà l’utilità di proseguire nella ricerca di un possibile subentrante industriale, percorso che, in casi analoghi, ci ha consentito di rilanciare aziende in dismissione e valorizzare le competenze dei lavoratori. Auspicando che l’azienda decida di proseguire con questa modalità, siamo pronti a mettere a disposizione tutti gli strumenti disponibili incluse le politiche attive del lavoro, impiegate nel caso di esuberi”.