Costo, la provincia elimina i varchi. Rigoni Stern: “Morti? Ditelo a chi promuove la strada come pista”
Non c’è pace per il Costo, tormentato negli anni tanto dagli incidenti costati la vita a troppe persone, quanto da fiumi di parole e dichiarazioni che non sono mai riuscite però a risolvere l’atavico problema di rendere quei chilometri d’asfalto un luogo sicuro. A far discutere, stavolta, l’eliminazione degli autovelox installati nei primi mesi del 2020. E la presa di posizione del sindaco di Asiago, tra i più convinti sostenitori che quegli occhi elettronici siano stati solo un grande sbaglio.
La decisione di togliere gli autovelox dal Costo – spiega il Presidente della Provincia Andrea Nardin – è legata ad una serie di considerazioni che vanno dalla scadenza del contratto con chi ci aveva fornito la strumentazione, alle modifiche della normativa che regolamenta la presenza di dispositivi di controllo della velocità lungo le strade. Nel mezzo ci sta l’osservazione che le sanzioni colpivano perlopiù i pendolari, non i centauri che interpretano la strada del Costo come un luogo di gare e di sfide, mettendo a rischio la sicurezza propria e degli altri utenti della strada. Dati alla mano, la presenza degli autovelox non ha evitato questo utilizzo scellerato della strada, quindi la soluzione deve essere cercata altrove. La settimana prossima incontrerò il sindaco di Cogollo del Cengio per affrontare il problema, così come è necessario il confronto con i rappresentanti di tutti i Comuni interessati dall’arteria. La soluzione va condivisa con la Prefettura: se i sindaci ritengono che siano necessari autovelox, è alla Prefettura che vanno indicate le richieste e i motivi. A mio avviso ciò che serve davvero sulla strada del Costo sono maggiori interventi da parte della Polizia, che diversamente dagli autovelox può agire in maniera mirata per dissuadere chi ne fa un utilizzo scorretto”.
Considerazioni che rispondono, almeno in parte, anche alle dichiarazioni rilasciate alla stampa dal sindaco di Cogollo del Cengio, Piergildo Capovilla, fortemente contrariato per la decisione assunta da Palazzo Nievo al punto da alzare i toni del dibattito ricordando appunto le tante vittime tra quei tornanti. “Lezioni da chi promuove rally e manifestazioni motoristiche che sono deleterie per la nomea di questa strada calamitando qui, come conseguenza diretta, “fenomeni” da tutto il territorio nazionale – tuona rispondendo indirettamente Roberto Rigoni Stern, sindaco di Asiago – non le accettiamo. I numeri parlano chiaro: le multe le hanno prese, a migliaia, i pendolari che magari sforano di 5 chilometri il limite orario. Ma le gare clandestine e le scorribande – complice un velox che fatica a registrare le targhe delle moto, così come emerso – sono continuate indisturbate. Si è colpito il cittadino che va lavorare per non risolvere il problema guardando in facciaalla realtà senza ipocrisie. E ora c’è il tema dei ricorsi contro quelle multe: chi pagherà se verranno annullate? Eppure la soluzione c’è – argomenta il primo cittadino altopianese non allontanandosi dall’idea del presidente Nardin – basta attuarla: un pool interforze che pattugli a turno il Costo, con particolare focus ai mesi estivi, notti incluse, che sappiamo essere i momenti più critici”.
Un’idea che trova sponda anche nel comune forse meno coinvolto direttamente sulla questione, ma comunque affacciato alla famigerata salita verso l’Altopiano: “La sicurezza ad oggi non c’è – dichiara Alberto Dal Santo, sindaco di Caltrano – a volte io stesso, percorrendo quella strada, ho avuto paura di alcuni motociclisti senza scrupoli. Non tutti, sia chiaro, ma tanto basta: i varchi si possono eludere, la presenza fisica delle forze dell’ordine è un altro paio di maniche.