Sanità, Schillaci: “mancano 4.500 medici e 10mila infermieri” e aumentano le aggressioni

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Nuovo allarme sulla carenza di medici in Italia. A lanciarlo è stato proprio il ministro della Salute, Orazio Schillaci, che nella sua comunicazione in Commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale spiega che nel settore dell’emergenza-urgenza, “la carenza del personale è il principale problema” e si parla di “4.500 medici e 10mila infermieri” da integrare nei pronto soccorso.

Schillaci: “uno dei problemi è rappresentato dai ‘gettonisti’”. Un fenomeno che il ministro sta cercando di disincentivare e che si unisce al cosiddetto esodo improprio dal Servizio sanitario nazionale per cui, spiega, “siamo anche intervenuti per ridurre le esternalizzazioni”. Altra questione, aggiunge, è il fatto che “oggi i giovani scelgono altre specializzazioni, problema che avviene anche in altri stati come gli Usa”. Secondo Schillaci sarebbe importante integrare gli specializzandi nel settore dell’emergenza-urgenza e per far ciò il governo pensa di aumentare il monte ore.

Accanto a questo allarme resta alta l’attenzione anche sulla questione della sicurezza nelle strutture ospedaliere, che non è totalmente svincolato dalla carenza di personale. Le aggressioni contro i professionisti sanitari in Italia sono aumentate del 38% negli ultimi 5 anni e tra le cause principali emerge proprio la carenza di personale e la disorganizzazione, con tempi di attesa biblici per una visita o un esame nei reparti di emergenza-urgenza.

Secondo un’indagine Amsi-Umem-Uniti per Unire, dall’ 1 al 31 di agosto non c’è stato un solo giorno in cui un medico o un infermiere, (nell’80% dei casi una donna), abbia subito una violenza fisica, nella maggior parte dei casi da un paziente o da un parente di quest’ultimo. Tra i reparti più a rischio c’è il Pronto soccorso, seguito dalle aggressioni agli operatori del 118, al terzo posto i reparti di psichiatria.

Di fronte a questo aumento di violenza non c’è stata un adeguato incremento dei presidi fissi delle forze dell’ordine anzi, soprattutto negli ospedali con maggiore bacino di utenza, gli agenti di polizia mancano all’appello negli orari più delicati, in particolare da mezzanotte alle sette del giorno dopo.

I numeri delle violenze. In Italia il 42% dei professionisti sanitari dichiara di essere stato vittima di almeno una aggressione, fisica o psicologica. Un dato che schizza al 75% a livello mondiale con punte del 95% nei paesi in via di sviluppo, con sistemi sanitari deficitari, e nei luoghi di guerra – dove si registra un aumento del 22% delle violenze sessuali, oltre alle aggressioni – la percentuale può arrivare al 95%.