Medio Oriente verso l’escalation. Israele indaga sulla morte del leader di Hamas, Sinwar

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E’ sempre più vicina un’escalation in Medio Oriente. Israele ed Hezbollah, dal sud del Libano, si sono scambiati pesanti attacchi con centinaia di missili da entrambi i lati. Incendi, esplosioni e boati hanno gettato nel terrore sia i residenti del meridione del Paese dei cedri quanto i cittadini dell’area di Haifa e del nord di Israele. Le forze di difesa dello Stato ebraico (Idf) hanno detto di aver aver colpito strutture e siti di lancio dell’organizzazione sciita filo-iraniana, per cercare di eliminare l’apparato militare nemico soprattutto al confine, che è quello che poi impedirebbe a 60mila rifugiati israeliani di tornare a casa ormai da un anno.

Il premier Benyamin Netanyahu ha fornito la prima informazione ufficiale sugli ostaggi ancora a Gaza, dichiarando che secondo fonti di intelligence “la metà è ancora in vita”. L’esercito ha infatti ammesso la morte di 35 dei 101 ostaggi prigionieri nella Striscia, quindi i rapiti ancora vivi dovrebbero essere 33. Dopo quello di Netanyahu il messaggio del capo di Stato maggiore Herzi Halevi: “Gli attacchi contro Hezbollah aumenteranno finché non capiranno. Il prezzo che Hezbollah sta pagando è più alto”.

Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres in un’intervista con la Cnn alla vigilia dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha detto che il conflitto in Libano “rischia di diventare una nuova Gaza”. Da New York anche il vicepremier Antonio Tajani ha ribadito che l’obiettivo deve essere “arrivare ad un cessate il fuoco ed impedire che peggiori la situazione in Libano”. Il portavoce dell’Idf, Daniel Hagari, ha lanciato per la prima volta un avvertimento alla popolazione del Libano meridionale chiedendo di lasciare le loro case, facendo dunque presagire nuovi attacchi.

Israele, pur avendo spostato l’attenzione verso il Libano, continua le sue operazioni a Gaza: 7 palestinesi morti è l’ultimo bilancio delle vittime a Gaza, secondo Al Jazeera. E l’emittente qatariota è tornata nel mirino di Netanyahu che ha disposto la chiusura della sede tv a Ramallah in Cisgiordania dopo quella di Gerusalemme. “E’ un atto criminale”, ha denunciato l’emittente, che ha trasmesso l’irruzione dei militari in diretta tv.

Hezbollah, dal canto suo, ha rivendicato di aver lanciato diversi razzi sulla Galilea, sulle cittadine a nord della zona industriale di Haifa, la valle di Jezreel, Kiryat Bialik, e intere zone che finora erano state immuni dagli allarmi. Il Partito di Dio ha inoltre dichiarato di aver utilizzato per la prima volta, anche i missili Fadi 1 e Fadi 2, oltre ai soliti razzi Kayusha. Secondo i miliziani di Hassan Nasrallah le bombe avrebbero colpito complessi industriali militari in Israele e la base di Ramat David.

La Cina ha esortato i suoi cittadini in Israele a lasciare il Paese “il prima possibile” mentre aumentano le tensioni tra lo Stato ebraico ed Hezbollah. “La situazione lungo il confine tra Israele e Libano è estremamente tesa”, scrive l’ambasciata cinese in Israele in una nota. “La situazione della sicurezza in Israele rimane grave e imprevedibile”. Il mese scorso Pechino aveva già chiesto ai suoi cittadini in Libano di andarsene dopo che un raid israeliano ha ucciso un importante militante palestinese.

Sinwar potrebbe essere morto. Nel frattempo “Israele sta indagando sulla possibilità che il leader di Hamas, Yahya Sinwar sia stato o meno ucciso a Gaza, basandosi su informazioni dell’intelligence militare”. E’ quanto sostengono i media israeliani, sottolineando tuttavia che lo scenario sembra improbabile. Una fonte vicina al dossier – scrive The Times of Israel – ha affermato che “ci sono state delle volte in passato in cui è scomparso e abbiamo pensato che fosse morto, ma poi è riapparso”. Per ora mancano informazioni che confermino o meno il decesso, scrivono ancora i media.