Il centenario del ponte voluto dalle donne: “O lo fate o da qui non ci muoviamo”
Emblematico e misterioso, è spesso avvolto nelle foschie che svelano solo a tratti quelle arcate capaci di raccontare una storia lunga cent’anni esatti. Parliamo del ponte di Roana del quale, proprio ieri, si è celebrato il secolo di vita da quel 24 settembre 1924 quando venne inaugurato in pompa magna dall’allora Presidente del Consiglio dei Ministri Benito Mussolini.
Collegamento fondamentale tra Canove e Roana, l’attraversamento sulla Val d’Assa ha un vissuto alquanto travagliato. La sua “prima vita” affonda le sue radici negli ultimi anni del diciannovesimo secolo quando, nonostante animate discussioni, il progetto non decollava. Solo l’iniziativa di un nutrito gruppo di donne – questo riportano gli scritti del grande Mario Rigoni Stern – pronte ad assediare il municipio del paese e tutt’altro che intimorite dai soldati, convinse le autorità dell’epoca ad avviare i lavori nel 1896. Ultimato dieci anni dopo, venne fatto brillare nel 1916 dalle truppe italiane in ritirata, speranzose così di rallentare la marcia austriaca della Strafexpedition. Sotto le sue ampie volte, prima della distruzione, volò più volte anche l’intrepido Arturo Ferrarin. La versione odierna invece, vide la luce appunto nel 1924: un capolavoro d’ingegneria per l’epoca, vanto del genio italico.
E ieri in tanti lo hanno celebrato al culmine di una settimana di eventi dedicati allo storico manufatto: dagli amministratori di tutto l’Altopiano al gran completo, guidati dal padrone di casa, il neosindaco di Roana Luigi Martello, all’europarlamentare Elena Donazzan sino al presidente della provincia Andrea Nardin, oltre naturalmente a molti turisti e curiosi. Uno sguardo al passato, guardando al futuro: un domani che potrebbe veder sorgere un ponte gemello, capace di meglio sopperire a quei sforzi ormai divenuti pesanti per quelle vecchie gambe. Spesa almeno 13 milioni di euro. Contributi permettendo.
foto copertina Christian Martello