Guerra Israele – Hamas: oggi le commemorazioni del 7 ottobre

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Israele ha dato il via alle cerimonie di commemorazione per il primo anniversario dell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Un giorno letale per la storia del Paese e causa scatenante dell’attuale guerra a Gaza. A Reim, sul luogo del massacro al festival musicale Nova, una folla ha dato il via alle cerimonie con un minuto di silenzio alle 6:29 (le 5:29 in Italia) ora di inizio dell’attacco del movimento islamista palestinese nel sud del Paese.

Il 7 ottobre 2023. Alle 6.30 del 7 ottobre le sirene antiaeree di Gerusalemme avvisarono i cittadini dell’attacco in corso e di mettersi immediatamente al riparo. Secondo le forze di difesa israeliane i  miliziani di Hamas avevano lanciato circa 2.200 razzi verso il sud e il centro di Israele, tra cui Tel Aviv e Gerusalemme. Inoltre gli uomini armati di Hamas presero d’assalto kibbutz, le comunità israeliane al confine e il rave party Nova che era stato organizzato del deserto del Negev. Più di mille palestinesi, di Hamas e di altri gruppi armati palestinesi, compirono quello che l’Onu definì un ”attacco coordinato e complesso” costato la vita a 809 civili, almeno 280 donne e 40 bambini, secondo le Nazioni Unite, e 314 soldati. Quasi 15 mila i feriti.

Poco dopo l’attacco Mohammed Deif, comandante in capo delle Brigate Al Qassam, braccio armato di Hamas, rilasciò una dichiarazione video in cui rivendicò la responsabilità dell’azione. Un operazione ribattezzata ‘Diluvio di Al-Aqsa’ e, da Hamas, e descritta come ”un atto difensivo” e ”un passo necessario per porre fine all’ingiusto assedio della Striscia di Gaza, per affrontare tutte le cospirazioni israeliane contro il popolo palestinese e la sua causa”.

Successivamente, verso le 18 dello stesso giorno, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu dichiarò che “Israele era in guerra”. Era la prima volta dalla guerra arabo-israeliana del 1973 e segnò l’inizio di un’operazione militare senza precedenti contro la Striscia di Gaza, con la mobilitazione di 300mila riservisti. I jet israeliani si alzarono in volo cominciando a bombardare Gaza. Tra i primi obiettivi rasi al suolo, la moschea Al-Sousi a Gaza City. Il giorno dopo, l’8 ottobre, Hezbollah lanciò attacchi missilistici contro le comunità israeliane al nord al confine con il Libano.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden chiamò Netanyahu per esprimere la ”condanna” all’attacco e il sostegno ad Israele. In un discorso televisivo dalla Casa Bianca Biden affermò: “Israele ha il diritto di difendere sé stesso e il suo popolo”. Il 14 ottobre Egitto, Israele e Stati Uniti concordano di consentire agli stranieri a Gaza di passare attraverso il valico di frontiera di Rafah verso l’Egitto, provocando una corsa caotica verso il confine meridionale da parte di palestinesi e stranieri che sperano di fuggire.

L’unica tregua. Il 24 novembre viene dichiarato un cessate il fuoco di sette giorni ed è l’unica tregua che la guerra ha conosciuto fino ad ora. Durante quella settimana, e grazie a un intenso processo di mediazione internazionale, Israele rilasciò 240 prigionieri palestinesi in cambio di 105 civili rapiti da Hamas. Sembrava essere una prima spinta verso la fine del fuoco duraturo, secondo le aspettative, che finì per crollare. La fine della tregua significò l’intensificazione dei bombardamenti israeliani sull’enclave, l’accelerazione delle sue operazioni di terra e la certezza che le conseguenze della guerra stavano definitivamente sfuggendo alle mani della comunità internazionale.

In un post su X, il commissario europeo all’economia Paolo Gentiloni ricorda il 7 ottobre: “Un anno dopo. Il ricordo. Il pensiero agli ostaggi. La solidarietà alle comunità ebraiche. E l’invito a fermare ogni escalation”.

Anche il presidente francese Emmanuel Macron ha reso omaggio alle vittime del 7 ottobre scrivendo un posto su X: “Il dolore rimane, vivido come un anno fa. Il dolore del popolo israeliano. Il nostro. Il dolore dell’umanità ferita”. Macron ha sottolineato l’invio di “pensieri fraterni” alle vittime, alle loro famiglie e agli ostaggi ancora trattenuti nella Striscia di Gaza.

Il presidente israeliano Isaac Herzog in occasione delle commemorazioni ha raggiunto Reim e ha affermato che il mondo “deve sostenere Israele” per portare la pace, mentre il Paese celebra il primo anniversario dell’attacco di Hamas del 7 ottobre. “Il mondo deve realizzare e comprendere che per cambiare il corso della storia e portare la pace, un futuro migliore alla regione, deve sostenere Israele nella sua battaglia contro i suoi nemici”.