Bonus facciate, dai crediti fittizi “spuntano” 10 milioni di euro. Indagano le Fiamme Gialle

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Una frode di proporzioni milionarie è stata individuata dai finanzieri della Compagnia di Thiene, convinti di aver scoperchiato un sistema di malaffare collegato ai Bonus Edilizi e crediti d’imposta “intascati” in maniera fraudolenta appunto. Il tema è quello delle indebite compensazioni in seguito a lavori di restauro di immobili, secondo gli operatori delle Fiamme Gialle in realtà operazioni mai avvenute e quindi da considerarsi fittizie, dichiarate al solo scopo di incamerare contributi del Governo.

A “ballare” sulle tabelle in cifre approntate dai finanzieri sarebbero circa 10 milioni di euro, derivanti dai fondi erogati nel pacchetto di misure a sostegno degli altrimenti detti “Bonus Facciate”. Si tratta, più nello specifico, di agevolazioni fiscale agganciate agli interventi di recupero o restauro della facciata esterna degli edifici, ora “bloccati”, che consentivano il riconoscimento di un credito d’imposta pari al 90% dell’importo dei lavori realizzati.

Grazie all’avvallo della Procura di Vicenza al fascicolo d’indagine in merito presentato a un giudice preliminare berico, è stato firmato un provvedimento di sequestro preventivo “impeditivo” di crediti d’imposta per gli oltre 10 milioni di euro sopra citati, che rischiavano in pratica di venire erogati in maniera ingiustificata. Di fatto è stato bloccato il flusso di denaro diretto ai conti di più soggetti presunti creditori privati, i cui nomi risultano sotto accertamenti. Sono ben 67 gli immobili indicati nella “creativa” lista di ristrutturazioni effettuate tra Eraclea d Rosolina sulla costa adriatica e Parma in Emilia, coinvolgendo più complici nel maxi inganno. In tutto sono 32 le persone coinvolte nell’articolata vicenda, con una denuncia per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche nei confronti del legale rappresentante della società “capofila”.

Ampia anche la portata geografica, oltre che economica, della frode. Queste 32 persone infatti risiedono in mezza Italia, nelle varie province di Firenze, Bologna, Venezia, Roma, Milano, Pistoia, Pisa, Modena, Padova e Ravenna. Per il momento i nominativi di tutti i coinvolti rimangono sotto riserbo per disposizione della Procura. A spiegare invece nei dettagli le fasi che si sono succedute è un comunicato diffuso stamattina dal comando provinciale della GdF. “Nello specifico, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura di Vicenza in ordine al fallimento di una società a responsabilità limitata, avente sede fino all’ottobre del 2019 in provincia di Firenze, trasferitasi e dichiarata fallita in provincia di Vicenza, è emerso che il legale rappresentante, nei mesi di ottobre e novembre 2021, ha ceduto alla S.r.l., pochi giorni prima del fallimento, crediti d’imposta correlati al “Bonus facciate” per oltre 10 milioni. Successivamente ha effettuato la cessione della totalità dei crediti a 9 imprese (di cui 5 evasori totali o coinvolte in indagini per reati finanziari), le quali hanno effettuato successive e svariate cessioni dei medesimi crediti d’imposta a vari soggetti economici dislocati, per la quasi totalità, nel Centro-Nord Italia”.