Francesco Spano si dimette da Capo di Gabinetto del Mic. Giuli: “Vittima di un clima barbarico”
Caos al Ministero della Cultura. Francesco Spano si è dimesso dal ruolo di capo di gabinetto del Dicastero. Un passo indietro arrivato a soli 10 giorni dalla nomina e dovuto alle pressioni politiche seguite alla sua designazione al posto di Francesco Gilioli e alle anticipazioni di Report che domenica trasmetterà un servizio su due nuovi casi Boccia al Mic. Il “cambio di poltrona” aveva infatti mandato su tutte le furie il presidente del Senato Ignazio La Russa e i vertici di Fratelli d’Italia. Non solo per la decisione di imporre il passo indietro di un funzionario dello Stato proveniente da Palazzo Madama ma perché Spano nel 2017 era finito nel mirino dell’attuale premier Giorgia Meloni e della destra per alcuni finanziamenti concessi da capo dell’Unar (Ufficio governativo discriminazioni razziali) a un’associazione Lgbt dedita al sesso a pagamento.
Nel rassegnare le dimissioni, Spano ha scritto una lettera al ministro Giuli, ringraziandolo più volte per la scelta. Ha parlato di “sofferta riflessione” figlia del “contesto venutosi a creare, non privo di sgradevoli attacchi personali”. Contesto che – specifica nella missiva l’ormai ex neo-capo di gabinetto – “non mi consente più di mantenere quella serenità di pensiero che è necessaria per svolgere questo ruolo così importante”.
Il ministro Giuli ha accettato le dimissioni “con grande rammarico” spiegando di averle “più volte respinte” negli scorsi giorni: “A lui – scrive Giuli – va la mia convinta solidarietà per il barbarico clima di mostrificazione cui è sottoposto in queste ore. Non da ultimo, ribadisco a Francesco Spano la mia completa stima e la mia gratitudine per la specchiata professionalità tecnica e per la qualità umana dimostrate in diversi contesti, ivi compreso il ministero della Cultura”.