In tilt da due giorni la piattaforma delle ricette elettroniche: medici e farmacisti sul piede di guerra
Il problema è strutturale e va avanti dal 12 ottobre, ma si è aggravato negli ultimi due giorni: i cittadini non riescono a ritirare i farmaci prescritti dai medici con le ricette dematerializzate. Gli ultimi due sono stati infatti due giorni di passione nelle farmacie del Veneto, con i pazienti in coda in farmacia ma costretti ad andarsene a mani vuote. Le ricette elettroniche inserite dai medici nella piattaforma informatica preposta non arrivano a destinazione o si perdono strada facendo così da rendere impossibile risalire ai farmaci prescritti.
Mercoledì 23 ottobre e oggi, giovedì 24, sono state infatti due giornate di forte criticità per le farmacie del Veneto sul fronte della dispensazione del farmaco: decine le telefonate arrivate a Federfarma Veneto da parte di farmacisti costretti “ad allargare le braccia” di fronte alle richieste dei cittadini di ritirare al banco i farmaci.
Il problema è stato denunciato anche dalla Federazione dei medici di medicina generale del Veneto (Fimmg Veneto), ma se fino a due giorni fa il Sar – Sistema di accoglienza delle ricette elettroniche, ossia la piattaforma della Regione – andava a singhiozzo, da due giorni il blocco risulta totale. Il disagio – per il cittadino un vero e proprio disservizio – colpisce in primo luogo i pazienti, ma anche i farmacisti, nonché i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, sono vittime della situazione: senza una ricetta in piattaforma non possono erogare il farmaco richiesto.
“Sono due giorni che, di fronte alle persone in coda convinte di ritirare i farmaci al banco, dobbiamo scusarci per un disservizio che non dipende da noi. Non sappiamo se la causa del problema sia dovuta al Sistema di accoglienza regionale o a quello nazionale, quello che di certo riscontriamo sul campo da quasi due settimane è un disservizio strutturale anche piuttosto frequente – sottolinea Andrea Bellon, presidente di Federfarma Veneto che rappresenta circa 1.200 farmacie della regione – . Le farmacie sono i primi erogatori del farmaco, il primo presidio sanitario sul territorio nonché il primo interlocutore per il cittadino in cerca di aiuto o consigli. Ma questi problemi tecnici non ci consentono di garantire il servizio di cui i cittadini hanno diritto”.
Il problema non è solo in Veneto, tanto è vero che anche la Regione Marche ha oggi segnalato il blocco totale del sistema gestito dal ministero dell’Economia e Finanza attraverso la Sogei, la società di Information technology ministeriale a supporto della Pubblica amministrazione. La piattaforma Sogei risulta Ko dalle 10 di questa mattina.
Dalla Regione Veneto, intanto al momento, non è arrivata nessuna comunicazione o spiegazione.
Confidando che i problemi tecnici vengano risolti il primo possibile – e che vi sia l’impegno di rimediare a situazioni strutturali – Federfarma Veneto propone una possibile soluzione temporanea. “Capiamo i problemi dei cittadini ma, senza una ricetta elettronica a sistema, i farmacisti non possono erogare alcun farmaco. Spesso è anche successo che la ricetta dematerializzata caricata dal medico a sistema funzionante non fosse poi consultabile dal farmacista perché, nel frattempo, il sistema era andato in blocco. E questa caduta può causare anche la perdita della ricetta senza possibilità di recupero. Per ovviare a queste emergenze – la proposta di Federfarma Veneto – i medici di medicina generale potrebbero tornare a stampare materialmente le prescrizioni o meglio ancora, quando sono bloccati dal sistema, tornare ad usare il ricettario rosso garantendo sempre ai pazienti la dispensazione dei farmaci urgenti. Ci rendiamo conto che questo rappresenta un passo indietro rispetto alla digitalizzazione e implica un ritorno all’incontro fisico in ambulatorio fra paziente e medico. Ma, a fronte di simili problemi tecnici, a nostro avviso è l’unica soluzione”.
I medici di medicina generale: “Ora basta!”
Guasti e problemi tecnici continui che causano gravi disagi in primis ai pazienti, in particolare ai più fragili, costretti ad andare di persona negli ambulatori per ritirare le prescrizioni cartacee, talvolta subendo ritardi nella fruizione delle cure, e poi anche ai medici di medicina generale e al loro personale di studio, che, per far fronte a questi disservizi estranei alla loro attività, si sovraccaricano di lavoro e vanno in difficoltà con la gestione ordinaria dell’ambulatorio.
“Anche oggi un disastro con il Sar – aveva sottolineato ieri il segretario regionale di Fimmg Veneto Maurizio Scassola – la Medicina Generale è esasperata, la situazione è ormai insostenibile. I mal servizi della piattaforma regionale creano gravissimi disagi alla popolazione e a noi. Siamo esasperati: ora basta, è ora di farla finita”.
Disagi che per i medici significano enormi perdite di tempo, in una stagione dove i pazienti a casa con l’influenza son già molti e la campagna vaccinale è partita: quando il Sar non funziona, i medici sono infatti costretti a tentare più volte di mandare la ricetta, sperando che alla fine il sistema si riattivi, fino a quando non hanno un riscontro positivo”. A quel punto, però, a Sar di nuovo operativo, possono essere solo 2 o 3 le ricette arrivate in farmacia. I pazienti sono esasperati e i loro medici di Medicina Generale si trovano anche a dover contenere le loro giuste proteste.
Fimmg Veneto ha chiesto un confronto immediato e urgente con la Regione e con i responsabili del servizio informatico per trovare una rapida soluzione al problema che, evidentemente, è di tipo strutturale e per correggere e implementare la piattaforma in modo definitivo. “Siamo arrivati al limite della sopportazione – conclude il dottor Scassola – e non escludiamo forme significative di protesta a difesa del nostro lavoro e dell’assistenza delle persone che curiamo. L’obiettivo è uno solo: il Sar deve funzionare regolarmente e in modo efficiente; deve essere al sevizio del cittadino, non un’arma di tortura!“.