Silas Bassa, dall’Argentina la magia del piano in tour nel mondo. Il bisnonno emigrò da Cogollo
E’ una storia familiare che affonda le sue radici sino agli ultimi anni dell’Ottocento quella di Silas Bassa quando in terra veneta, per lo più contadina, non era insolito raccogliere i pochi averi in una valigia di cartone e partire per terre lontane in cerca di fortuna. Così come fece il bisnonno, sbarcato dopo mesi in Argentina dove Silas, molti decenni dopo è nato. Con un talento enorme e la nostalgia di quel Paese mai visto.
E la musica è la giusta colonna sonora di una vita accanto ad un pianoforte: dall’età di 8 anni, in quel di Santa Fe, sino al conservatorio, al trasferimento a Buenos Aires e poi ancora, grazie ad un master class organizzato dal celebre pianista Bruno Gelber, il trasferimento in Europa a Parigi. Qui nel 2002 l’incontro forse decisivo con la grande maestra Monique Deshaussees, già discepola di orchestrali del calibro di Alfred Cortot e Edwin Fisher, da cui la decisione di stabilirsi in Francia e di iniziare a creare veri e propri concerti-spettacolo, tra cui “Reminiscentia”, tenuto nel 2012 al Théâtre du Gymnase sempre nella capitale francese.
Ma l’arte, in un animo come quello di Silas Bassa tanto profondo e ricco di sfumature percettibili solo ad un occhio più attento, non si alimenta solo di studio e di successi: in fondo c’è sempre una verità quasi malinconica, una ricerca continua, che solo l’incontro con alcuni parenti italiani a Velo D’Astico ha di fatto colmato. Un ritorno alle origini – il bisnonno era partito da Cogollo del Cengio – scoprendo luoghi e paesaggi che finora avevano posto solo nel cuore. E se nella vita professionale, il musicista si esibisce nelle più rinomate sale da concerti di Sud America, Nord America ed Europa, in visita nei paesi dei suoi avi, la dimensione si fa più intima con qualche piccola esibizione improvvisata e annunciata col minimo preavviso – l’ultima alla Montanina pochi mesi fa.
Quattro gli album finora prodotti: “Oscillations” nel 2015, “Dualità” nel 2017, “Silas” nel 2020 e “Self” del 2023 e tutt’ora in tour: recente e particolarmente acclamato da pubblico e critica, al proposito, l’esibizione davanti ad un pubblico di oltre mille persone nel Teatro del Bicentenario a San Juan, in Argentina. Sogno, magia, romanticismo: a volte quasi un rapimento mistico. Non solo le note, ma la modalità di eseguirle da parte di Silas Bassa, sono puro spettacolo, in equilibrio perfetto tra libertà creativa e neo espressionismo. Senza pause e senza applausi, come voluto dall’artista quasi per non svegliarsi da quell’esperienza extra sensoriale. E di sogno, dopo aver riabbracciato quella che per lui è anche la sua “terra”, ne rimane in realtà uno ancora: musicare un film. Qualcosa di delicato e coinvolgente: “Non deve succedere a tutti i costi – spiega sorridendo Silas Bassa – ma quando realizzerò che la mia musica avrà incontrato la sceneggiatura giusta, sono certo che sarà bellissimo”.