Guerra in Ucraina, Mosca: “le trattative di pace partano dai territori annessi”
La guerra in Ucraina entra in una fase critica con le truppe di Mosca che sarebbero penetrate nel territorio ucraino per 478 km quadrati. Osservata speciale è la regione di Kursk, dove, come ha confermato la Nato, sono state dispiegate unità militari nordcoreane. Questa mossa è stata bollata come “un’escalation” e l’Alleanza ha chiesto che l’iniziativa cessi subito. Per il capo della Nato Mark Rutte: “Oltre 600.000 soldati russi sono stati uccisi o feriti nella guerra, e Putin non è in grado di sostenere il suo assalto all’Ucraina senza il supporto straniero. Questo perché gli ucraini stanno reagendo con coraggio, resilienza e ingegno”.
Secondo il Financial Times, i soldati inviati dalla Corea del Nord in Russia per combattere in Ucraina si trovano a 50 km dal confine del Paese. Secondo le fonti, “circa 3.000 soldati nordcoreani sono stati trasportati segretamente su camion civili dall’estremo oriente della Russia alla regione occidentale di Kursk. Lunedì sono stati ospitati in caserme a circa 50 chilometri dal confine ucraino, dove stavano aspettando ulteriori ordini da parte del comando russo”.
Mosca: “trattative di pace partano dai territori annessi”. Il Cremlino ha ribadito che la condizione principale per mettere fine alla guerra, è quella di riconoscere i territori ucraini che Mosca si è annessa unilateralmente e che occupa in parte militarmente. Secondo quanto riporta la Tass che riporta le parole del portavoce Dmitri Peskov: “La posizione della Russia è cristallina. E’ stata annunciata da Putin questa estate, se ricordate bene. Lui ha detto che gli ucraini dovrebbero lasciare tutti i territori russi, incluse le nuove regioni”. Quindi Peskov ha aggiunto: “questa è la serie di condizioni annunciata da Putin” e “questa era la sua iniziativa di pace”. Nell’autunno del 2022 la Russia ha comunicato l’annessione delle quattro regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhia, solo in parte controllate dai suoi soldati, promuovendo dei “referendum” ritenuti illegittimi e bocciati dalla comunità internazionale.
Niinisto: “dobbiamo mostrare forza”. Il presidente russo Vladimir Putin, “ha detto anni fa che gli europei sono deboli e che l’Occidente è debole. Sembra crederlo davvero. Bene, dobbiamo dimostrare che siamo forti e che siamo preparati. Non per fare la guerra, ma per evitarla”, ha dichiarato l’ex presidente della Finlandia Sauli Niinisto, rispondendo ad una domanda in conferenza stampa a Bruxelles. La Finlandia da anni ‘soffre’ il potente vicino, con il quale condivide un confine terrestre di oltre 1.300 km.
Intanto nell’Ue tiene banco la questione di come finanziare la difesa e la preparazione alle crisi dell’Europa. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, a chi le chiedeva se ci sarà il ricorso a un debito comune ha risposto così: “Prima di parlare di fondi è importante definire ciò di cui abbiamo bisogno e poi avere la volontà politica di finanziarlo insieme”, quindi ha fatto l’esempio di uno scudo di difesa area per l’Ue tra le possibili priorità comuni. “Voglio insistere che ci sono solo due modi per finanziare i progetti futuri dell’Ue: i contributi nazionali o nuove risorse proprie per il bilancio europeo. Non ci sono altri modi”, ha concluso la von der Leyen.