Caos informatico, il ministro Nordio: “Presto controlleremo gli attacchi hacker”

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Carlo Nordio

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha provato a fare chiarezza dopo la bufera legata ai furti di informazioni dalle banche dati internazionali e ha assicurato che lo Stato è molto vicino a controllare gli attacchi hacker. Parlando durante il Question Time alla Camera dei deputati, il guardasigilli ha detto: “Stiamo investendo cifre molto importanti per realizzare la sicurezza, nella consapevolezza che tutto il mondo è stato trovato impreparato di fronte a questa aggressione dell’hackeraggio, proprio perché i malintenzionati agiscono prima che lo Stato si munisca della normazione necessaria per controllarli. Però arriverà il momento, e per noi è molto vicino, in cui riusciremo a controllarli del tutto”.

La precisazione di Nordio. Il ministro della Giustizia ha poi aggiunto: “Il fenomeno dell’hackeraggio sta colpendo il mondo intero. È stato colpito anche il Cremlino ed è stato hackerato il sistema di moltissimi stati dell’Unione europea proprio perché la tecnologia avanza molto più velocemente della normazione da parte degli Stati. È un problema che cerchiamo di risolvere sia a livello normativo, sia a livello tecnologico”.

Il ruolo della criminalità organizzata. Su questo punto, Carlo Nordio ha spiegato: “Sappiamo bene che le organizzazioni criminali comunicano con sistemi che non siamo in grado di intercettare: la mafia non parla attraverso i telefonini. La proposta è quella di trasferire le risorse utilizzate per intercettazioni lunghe e costose che riguardano anche reati inutili per intercettare questi nuovi sistemi che la criminalità organizzata utilizza per parlare”.

Il guardasigilli è intervenuto a Montecitorio rispondendo a un’interrogazione parlamentare. In particolare, un’interrogazione sulla revisione delle politiche del Governo in materia di intercettazioni e iniziative volte a potenziare le infrastrutture informatiche del Ministero in relazione ad attacchi esterni. Nordio ha concluso dicendo: “Le riforme che abbiamo fatto sul trojan e sull’invasività delle intercettazioni sono volte a coniugare la riservatezza delle comunicazioni con la necessità di combattere la delinquenza, soprattutto quella organizzata. Queste riforme non riguardano la criminalità organizzata, terrorismo, mafia camorra”.