Il trapianto di midollo a Roma dopo l’appello non basta. Addio a Marco, di soli 12 anni
E’ morto nel corso della notte tra venerdì e sabato a Roma il ragazzino vicentino di 12 anni per il quale svariate migliaia di persone, in Veneto e al di fuori dei confini nazionali, si erano attivate per trovare un donatore di midollo. Un trapianto poi avvenuto, di recente, grazie a un cittadino straniero con parametri compatibili, che era equivalso a un raggio di luce e di speranza per salvare la vita a Marco Didoni, malato di una grave patologia leucemica.
Purtroppo, dopo le prime settimane di convalescenza in cui gli esiti iniziali sembravano dare segnali di confortanti progressi, la salute precaria del giovanissimo paziente si è aggravata irrimediabilmente. L’intervento – riuscito – era stato completato ai primi di ottobre, dunque a distanza di circa 8 mesi dal presentarsi dei primi sintomi di malattia e il ricovero in una prima fase di terapie a Padova.
Fino alla notte di sabato 2 novembre, nello scorso fine settimana, quando è sopraggiunto il decesso all’ospedale Policlinico Gemelli della Capitale, in un reparto oncoematologico specializzato nelle cura di malattie del sangue in età infantile. Poche ore dopo, poi, la triste notizia ha raggiunto Montecchio Maggiore, dove lo studente risiedeva con la famiglia e dove si attendeva a breve il ritorno a casa di Marco, se non fosse intervenuta un’infezione letale che tutti qui scongiuravano. Allo stesso modo, i compagni di classe e gli insegnanti lo aspettavano all’istituto dei Giuseppini “Leone XIII”, dove studiava frequentando la seconda media. Proprio nella casa sacra vicina all’edificio che ospita la scuola, è probabile si terrà la cerimonia di commiato, in attesa di decisioni ufficiali.
Nel corso della primavera del 2024 una vera e propria campagna era stata lanciata per favorire il reperimento in tempi rapidi di un donatore compatibile per il trapianto di midollo osseo. Un appello che in poco tempo aveva coinvolto decine di migliaia di persone, tanto da ribattezzarlo come “esercito della speranza“: dalle famiglie dei compagni di scuola fino alle autorità amministrative provinciali e regionali, e la diffusione del messaggio sui social media. La popolazione dai 18 ai 35 anni invitata a tipizzarsi aveva risposto con centinaia di adesioni solo in Veneto, affiancando la ricerca di un donatore nelle banche dati di tutto il mondo. Da ricordare che, secondo le statistiche aggiornate, la compatibilità cellulare tra due soggetti si risconta nell’ordine di un paziente in rapporto a 100 mila candidati.
“Marco ha la leucemia, cerchiamo un donatore”. L’appello della scuola e dell’Admo
Tutta gente che ha dato il proprio piccolo contributo, chi estendendo il messaggio e chi, tra i più giovani in particolare, recandosi in prima persona a sottoporsi ai test di compatibilità offerti da Admo, associazione attiva da sempre in questo campo e il cui impegno prezioso è conosciuto quanto di vitale importanza. Tra coloro che si erano “presi a cuore” le sorti del bambino vicentino anche Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto, che stamattina ha salutato Marco Didoni, ricostruendone storia e regalandogli un saluto pubblico. “Fai buon viaggio, Marco. Un pensiero di vicinanza alla tua famiglia, ai tuoi amici e alla tua comunità”.