L’area ex ospedale si rinnova (entro marzo 2026). Inaugurato cantiere da 13,5 milioni
Il tema è quello dell’edilizia sociale residenziale, associando i servizi ai cittadini e utenti di categorie fragili alla riqualificazione urbana di edifici e spazi di proprietà pubblica. Ed è in questa direzione che stamattina a Marostica si è svolto un affollato rendez-vous con i sindaci dell’area locale e autorità degli enti territoriali e sanitari, per “benedire” il cantiere al via per quello che sorgerà come nuovo Centro Socio Sanitario “Prospero Alpino”, con intitolazione al celebre medico e botanico nato nella città degli scacchi nel ‘500, così come portava il nome l’ospedale.
Un progetto dal costo complessivo di 13,5 milioni di euro, per buona parte coperto da fondi Pnrr. Lo stabile verrà ospitato nella sede dell’ex ospedale di Marostica, su una superficie di 10.800 mila mq (dei quali due terzi di esterni tra parco verde e parcheggi), una volta completati i due interventi specifici. Per aprire i battenti del corpo centrale della struttura agli ospiti e ai fondamentali servizi previsti a supporto dei pazienti affetti da demenza di grado lieve o moderato e altre “categorie protette”, oltre che delle loro famiglie.
Il primo vedrà la completa riqualificazione del fabbricato più a ovest del complesso (edificio A), situato nelle immediate vicinanze della chiesa di San Rocco, per una superficie coinvolta di circa 2.000 mq, dove al piano terra saranno ricavati degli spazi per servizi commerciali di utilità sia per gli ospiti del centro sia per la comunità esterna, mentre al 1° piano saranno inserite 7 unità residenziali destinate a categorie sociali “sensibili” (giovani coppie, studenti etc), a fronte di un loro impegno volontario a supporto della struttura; sempre nell’edificio ristrutturato saranno inoltre ricavati anche spazi per le associazioni di volontariato.
La seconda parte dell’intervento – nonché “cuore” del progetto – prevede la demolizione del fabbricato collocato centralmente e caratterizzato dalla particolare forma a “ferro di cavallo” (fabbricato C-D), che lascerà così spazio ad un nuovo edificato destinato ad ospitare persone affette da demenza di grado lieve e moderato, dunque prevalentemente autosufficienti o parzialmente non autosufficienti ma in grado di gestire in modo quasi autonomo la loro vita quotidiana attraverso relazioni e dinamiche di mutuo aiuto. Questi nuovi spazi residenziali saranno strutturati in 5 unità indipendenti per complessivi 2.100 mq, con 5 posti letto ciascuna, e una serie di servizi in condivisione.
Il termine dei lavori è previsto per marzo 2026. “Si tratta di un progetto estremamente innovativo e importante – commenta Carlo Bramezza per l’Ulss 7 -. L’invecchiamento della popolazione ci pone di fronte a nuove sfide, una di queste riguarda certamente trovare soluzioni intermedie per quelle persone con diagnosi di demenza per le quali non è più sicuro rimanere nel proprio domicilio, ad esempio perché vivono da sole, ma avrebbero ancora le capacità per mantenere un buon grado di autonomia. Grazie al progetto Pinqua
potremo offrire a questa tipologia di utenti una soluzione abitativa di qualità, che favorisce il mantenimento delle loro capacità residue e allo stesso tempo la socialità. In questo modo si ritarda l’avanzare della malattia e si contrasta l’isolamento che spesso colpisce i pazienti con decadimento cognitivo, garantendo loro allo stesso tempo la massima sicurezza grazie alla presenza di una rete di servizi condivisi, personale sanitario e volontari”.