Verso il 25 novembre, i numeri in Italia: 99 femminicidi, 48mila richieste di aiuto al 1522

Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ma una sola giornata non basta per capire quanto questo fenomeno sia ancora radicato. Un fenomeno trasversale che riguarda ogni fascia di età e di ceto sociale. I numeri sono impressionanti: 99 i femminicidi commessi da gennaio ad oggi, molte di più le violenze perpetrate sulle donne.

C’è un dato però che fa riflettere, e forse indica che qualcosa sta cambiando: nei primi nove mesi del 2024 le richieste di aiuto al 1522 (numero antiviolenza e stalking) sono aumentate del 57%, rispetto allo stesso periodo del 2023. Dal primo gennaio al 30 settembre si sono avuti infatti circa 48mila contatti tra telefonate, app e chat. Se anche nell’ultimo trimestre del 2024 il trend rimarrà lo stesso, la stima è che i contatti annui potrebbero quasi raddoppiare rispetto agli anni 2022 e 2021, quando furono rispettivamente 32.430 (-10%) e 36.036.
A compiere violenza, stando alle richieste di aiuto arrivate, sono soprattutto compagni, mariti o ex che non hanno accettato la fine della relazione. La fascia di età che maggiormente contatta il 1522, come per gli anni precedenti, è compresa tra i 35 ed i 50 anni, anche se sono in crescita le richiesta da parte di donne più giovani. A volte le richieste di aiuto arrivano perfino da minorenni.
Su questo si concentra molto la Garante dell’Infanzia e adolescenza della Regione Lazio, Monica Sansoni che in più occasioni, negli incontri che si svolgono principalmente nelle scuole e nelle università ha spiegato: “Ci capita di parlare con ragazze, anche molto giovani, che non riconoscono la violenza. Pensano che quel controllare il telefono da parte del fidanzatino o voler avere a tutti i consti le password per accedere ai profili social della ragazza, sia giusto. Spesso si giustificano dicendo che lo fanno perchè sono innamorati. Non è vero, quello è controllo assoluto, direi militare e non è così che funziona. Bisogna lavorare molto sulle giovani generazioni perchè quel cambiamento che doveva esserci e che è necessario, non sta avvenendo”.
Le donne che chiedono aiuto sono principalmente italiane, seguite da donne dell’Europa dell’est e del Sud America, mentre donne indiane, pakistane, bengalesi, cingalesi contattano il 1522 nel momento dell’emergenza o su segnalazione di ospedali, insegnanti o servizi sociali.
E spesso a assistere alle violenze ci sono i bambini. Sempre da gennaio a settembre 2024, un altro dato significativo registrato è l’aumento di quanti chiamano per avere informazioni sui servizi offerti dal 1522 e dai centri antiviolenza. Vogliono inoltre assicurarsi sulla garanzia dell’anonimato e della tutela della privacy. Spesso sono amici e parenti della vittima di violenza a cui vogliono dare una mano.
Un notevole aumento dei contatti c’è stato dopo l’approvazione del Codice Rosso Rafforzato, in particolare per avere informazioni sui nuovi strumenti normativi soprattutto sull’ammonimento, strumento che sembrerebbe funzionale. Sono sempre di più anche le richieste per violenza economica, soprattutto da parte di donne con più di 50 anni, ormai fuori dal mercato del lavoro. La violenza, infatti, non è solo fisica, ma anche e soprattutto psicologica: le donne vengono private della loro indipendenza economica, denigrate e considerate una proprietà da chi dice di amarle.
Secondo il rapporto, con il femminicidio di Giulia Cecchettin avvenuto l’11 novembre del 2023 a fine anno il 1522 raggiunse 51.713 richieste poiché tra novembre e dicembre ebbe il picco con una media di 800 contatti al giorno. L’aumento determinato dall’ondata emotiva provocata dalla morte della giovane è diventato strutturale nel 2024: i contatti sono costanti in ogni mese dell’anno.