Cdm lampo approva il dl Giustizia: saltano norme su cybersicurezza e bavaglio ai magistrati
Via libera del Consiglio dei Ministri al decreto legge in materia di giustizia. Una seduta lampo durata appena un quarto d’ora e iniziata con oltre un’ora di ritardo. Dal provvedimento scompaiono le parti più discusse: l’inasprimento delle norme sui reati informatici e il nuovo bavaglio per i magistrati, che puntava a “punire” le toghe per i loro interventi in pubblico.
La stretta sulla cybersicurezza viene bloccata di nuovo dal veto di Forza Italia, che già lunedì aveva fatto slittare l’esame del decreto disertando il Cdm: gli azzurri contestano la previsione che attribuisce alla Dna (Procura nazionale antimafia) il potere d’impulso e coordinamento delle indagini sul nuovo reato di estorsione informatica, introdotto lo scorso giugno. “Quanto previsto nel decreto merita ancora una riflessione nel governo”, aveva dichiarato il capogruppo azzurro al Senato Maurizio Gasparri. Ma quattro giorni, evidentemente, non sono bastati e oggi è arrivata una nuova fumata nera: a quanto si apprende, le norme dovranno essere oggetto di “ulteriori approfondimenti tra gli uffici competenti”.
L’articolo cancellato dal decreto prevedeva anche l’arresto obbligatorio in flagranza per il delitto di “accesso abusivo a sistemi informatici o telematici di interesse militare o relativi all’ordine pubblico o alla sicurezza pubblica”, consentendo però allo stesso tempo agli investigatori – su autorizzazione del pm – di ritardare la cattura per acquisire nuove prove. Il reato di estorsione informatica veniva inoltre potenziato prevedendo la confisca obbligatoria degli strumenti utilizzati e la competenza della Procura distrettuale.
Sparito il bavaglio ai magistrati. Una retromarcia che arriva proprio al termine di giornate convulse: con l’offensiva portata avanti da governo e maggioranza contro i giudici e le “decisioni politiche” che sarebbero state assunte da alcune toghe sui migranti.
Assente a Palazzo Chigi Matteo Salvini, rientrato a Milano per “motivi personali”. Ultimo Consiglio invece per Raffaele Fitto: il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr a breve si dimetterà per assumere, dal primo dicembre, l’incarico di vicepresidente esecutivo della Commissione europea e commissario alla Coesione. Giorgia Meloni lo ha ringraziato per il lavoro svolto, senza sciogliere alcuna riserva su chi potrebbe prendere il suo posto.