Anche un 19enne thienese fra i neonazisti pronti a fare attentati contro le istituzioni
C’è anche un 19enne vicentino, Simone Sperotto nato a Thiene, fra le 12 persone arrestate nell’ambito di un’operazione della Polizia di Stato contro un gruppo neonazista e suprematista. I poliziotti delle Digos di varie città italiane, fra cui Vicenza, hanno eseguito stamattina, 4 dicembre, 12 misure cautelari in carcere e 25 perquisizioni domiciliari nei confronti di altrettante persone appartenenti all’associazione suprematista e accelerazionista attiva anche in rete, sulla piattaforma Telegram col nome “Werwolf division” (i ‘lupi mannari’ nazisti guidati da Himmler).
Le accuse sono di associazione con finalità di terrorismo, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa e detenzione illegale di arma da fuoco.
Le indagini, guidate dalle Direzioni distrettuali antiterrorismo di Bologna e Napoli e coordinate dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, hanno evidenziato come i 25 indagati, di età compresa tra 19 e 76 anni, abbiano a vario titolo promosso, organizzato e preso parte all’associazione, che successivamente era stata rinominata “Divisione nuova alba”.
L’organizzazione, seguendo ideali suprematisti e neonazisti, nella loro espressione più estrema dell’accelerazionismo, mirava a sovvertire l’attuale ordinamento per instaurare uno stato etico e autoritario, incentrato sulla razza ariana, e progettava persino azioni violente nei confronti di alte cariche delle istituzioni: fra gli obiettivi, anche la premier Giorgia Meloni.
Alcuni degli indagati erano già stati sottoposti a perquisizione nel maggio 2023 dalle Digos di Bologna e Napoli, che negli ultimi due anni hanno svolto le indagini in collaborazione con il Servizio per il contrasto all’estremismo e terrorismo interno della Direzione centrale polizia di prevenzione, supportate anche dal Servizio della polizia postale e per la sicurezza cibernetica.
L’inchiesta nasce dai contatti avvenuti tra alcuni dei vertici dell’organizzazione con i leader di un’altra analogas associazione sovversiva denominata “Ordine di Hagal”, attiva in Italia e sciolta a fine 2022 dalla Digos partenopea.
Le analisi dei poliziotti hanno rilevato che la cellula, strutturata in modo verticistico e nella quale tutti avevano un ruolo ben preciso, era già in una fase di organizzazione operativa avanzata e in grado di realizzare attentati.
Le ricostruzioni degli investigatori hanno evidenziato poi che il gruppo svolgeva la propria attività di propaganda e reclutamento attraverso appositi gruppi Telegram denominati “Werwolf Division Discussioni” e “Movimento Nuova Alba”. Proprio quest’ultimo, ancora più ristretto, era nato in un secondo momento per occultare i progetti più violenti e per formare i “guerrieri”, sia con incontri di persona e documentati dagli inquirenti, sia con volantinaggi nel bolognese.
Particolarmente allarmante, infatti, è stato giudicato un volantino rinvenuto dalla Digos in Emilia nel 2022 e definito dai militanti “esplosivo”. Raffigurava l’immagine di un uomo armato che indossava la così detta skullmask con accanto il simbolo nazista del sole nero e inneggiava alla rivolta. Nel dettaglio, le misure cautelari e le perquisizioni domiciliari sono state eseguite nelle città di Bologna, Bari, Brindisi, Lecco, Milano, Monza Brianza, Modena, Palermo, Pesaro Urbino, Pescara, Pordenone, Ravenna, Roma, Teramo, Trieste, Vercelli e Vicenza.
I nomi degli arrestati
In carcere sono finiti Daniele e Federico Trevisani (37 e 33 anni, di San Benedetto in Val di Sambro), Andrea Ziosi (37 anni, di Bologna), Salvatore Nicotra (45 anni, di Granarolo), Luca Porta (50 anni di Rho), Simone Sperotto (19 anni, di Thiene), Valerio Tellenio (22 anni, di Fano), Pierluigi Cilano (26 anni, di Palermo), Alessandro Giuliano (51 anni, di Galliera), Diego Cavallucci (44 anni, di Pescara), Davide Armenise (36 anni, di Bari) e Giuseppe Fallisi (75 anni, di Ostuni). Tra gli arrestati, un ruolo di vertice lo avevano Daniele Trevisan e Andrea Ziosi, ritenuti capi e promotori dell’organizzazione, mentre Federico Trevisan e Giuseppe Fallisi, avevano ruoli organizzativi. Gli indagati sono in tutto 25, hanno dai 19 ai 76 anni.