Dopo 5 anni riapre Notre Dame de Paris, Macron: l’abbiamo restituita più bella
Dopo 5 anni dall’incendio che l’ha devastata, ha riaperto la cattedrale di Notre Dame a Parigi. L’emozionante cerimonia di riapertura ha visto la partecipazione di circa 1.500 gli ospiti, tra autorità francesi, capi di Stato, personalità religiose: a Parigi sono arrivati, tra gli altri, il presidente eletto americano, Donald Trump, l’attuale First Lady Jill Biden, il principe britannico William, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il premier Giorgia Meloni, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. A sorpresa, anche Elon Musk.
Il presidente francese Emmanuel Macron, nel suo discorso, ha detto: “Abbiamo riscoperto ciò che le grandi nazioni possono fare: raggiungere l’impossibile”, spiegando che la cattedrale viene così “restituita al mondo” ed esprimendo la “gratitudine della Nazione francese”. Poi aggiunge: “Abbiamo scelto di risollevarci e di dirigerci verso la speranza, scoprendo una fratellanza inedita”. Inoltre, Macron ha chiesto di “conservare come un tesoro questa lezione di fragilità, di umiltà e di volontà, e non dimenticare mai quanto tutti contano e quanto la grandezza di questa cattedrale sia inseparabile dal lavoro di tutti”. “Dopo 5 anni l’abbiamo restituita al mondo più bella di prima” la sua conclusione.
Era invitato anche Papa Francesco, assente, che ha mandato un messaggio: “Tutti ricordiamo ancora il terribile incendio che, cinque anni fa, ha compromesso gravemente l’edificio. Il nostro cuore è sprofondato al rischio di vedere scomparire un’opera di fede e di architettura cristiana, testimone secolare della vostra storia nazionale. Oggi la tristezza e il lutto lasciano il posto alla gioia, alla celebrazione e alla lode”. Bergoglia, nel messaggio, ha salutato i vigili del fuoco che “hanno lavorato con coraggio per salvare questo monumento storico. Rendo omaggio anche all’impegno deciso delle autorità pubbliche e alla grande effusione di generosità internazionale che contribuì al restauro. Questo slancio è il segno non solo dell’attaccamento all’arte e alla storia, ma di più – e quanto questo è incoraggiante! – il segno che il valore simbolico e sacro di un simile edificio è ancora in gran parte percepito, dal più piccolo al più grande”.