Siria, i ribelli conquistano un’altra città: “Ripristineremo ordine e sicurezza”
In Siria i ribelli hanno annunciato di aver preso il controllo di un’altra città nell’est del Paese. “Ripristineremo piena sicurezza e ordine – Lo ha detto ad Al Jazeera il nuovo capo della polizia in Siria ex comandante delle forze dell’opposizione al regime, aggiungendo – I nostri combattenti sono schierati per pattugliare tutta Damasco”.
L’Osservatorio siriano dei diritti umani ha riferito che le forze curde presenti in città si erano ritirate nelle località vicine prima che il centro cadesse nelle mani di combattenti arabi locali, che si sono uniti ai ribelli che hanno destituito il regime di Bashar al Assad. “La comunità internazionale non ha più nulla da temere dalla Siria” assicura il leader del movimento dei ribelli Mohammed al Jolani, aggiungendo che il Paese si sta muovendo verso lo sviluppo e la ricostruzione.
Video shock provenienti da varie città siriane mostrano esecuzioni sommarie condotte da uomini armati contro presunti autori di massacri di civili compiuti per conto del deposto regime di Bashar al Assad. È stata inoltre profanata la tomba-mausoleo dell’ex presidente siriano. Il nuovo premier sarà Muhammad Bashir, che guiderà il governo fino a marzo.
Sono complessivamente 480 i raid aerei compiuti da Israele su obiettivi militari nel giro di 48 ore in Siria. Il premier israeliano Netanyahu ha autorizzato l’aeronautica a bombardare armi e capacità militari in modo che non cadano nelle mani di jihadisti”. Secondo la Guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, quello che è accaduto in Siria è frutto di un piano degli Stati Uniti e Israele e sostiene che ci sarà un’estensione della violenza e della morte nell’intera regione. La Casa Bianca annuncia per venerdì una riunione straordinaria del G7 presieduto dall’Italia.
Papa Francesco al termine dell’udienza generale dice di seguire molto attentamente quanto sta accadendo in Siria: “Auspico che si raggiunga una soluzione politica che, senza altri conflitti e divisioni, promuova responsabilmente la stabilità e l’unità del Paese”. Poi il Pontefice lancia un appello: “Le diverse religioni possano camminare insieme nell’amicizia e nel rispetto reciproco per il bene di quella nazione afflitta da tanti anni di guerra”.