Ava, Orsi: “Dimissioni? Abbiamo fatto un favore a tutti”. Maculan: “Gli attacchi personali non pagano”
“Dimissioni e spese di lite da pagare? Io mi aspettavo un premio”. Scherza ironico Valter Orsi, ma dietro la battuta si nasconde tutta l’amarezza per una sentenza giudicata dallo stesso come “limitata”, quantomeno per non aver centrato il punto sollevato dal suo esposto. La pronuncia della Corte dei Conti rispetto all’ipotesi di danno erariale, ha infatti scagionato gli ex vertici di Alto Vicentino Ambiente, ma non ha dissipato molti dei dubbi dell’ex primo cittadino di Schio, convinto che comunque la querelle a qualcosa sia servita.
Mi spiega una volta per tutte come è andata con questo esposto? Che dubbi avevate?
Anzitutto partiamo col dire che non era una denuncia, ma la volontà di chiarire. Evidentemente se la Procura, dopo l’approfondimento delle Fiamma Gialle, non ha archiviato, qualche elemento di fondatezza possiamo dire che c’era. L’oggetto della nostra segnalazione è presto detto: le entrate, in una visione d’insieme, sembravano non sostenere tutti i costi, con svantaggio soprattutto dei Comuni soci. Se avessi sbagliato, perché la Regione avrebbe poi imposto un adeguamento delle tariffe facendo pagare di più i conferitori “esterni”?
Quindi lei mi sta dicendo che ha agito per tutelare Schio, ma non solo. E’ così? Assolutamente sì. Se la tariffa cosiddetta al cancello è sottodimensionata, chi sarebbe stato chiamato a sostenere il gap? Non è solo una questione di utili, ma anche di quanti utili. In questo, la sentenza che pur rispetto, ha dato una risposta solo parziale. Se infatti non c’è stato danno, possiamo altrettanto affermare che i dividendi non avrebbero potuto essere maggiori con vantaggio di tutti i Comuni soci e quindi con beneficio delle comunità da essi rappresentate? Per non parlare degli accantonamenti per ripristini ambientali, per il Comune che ospita l’inceneritore, tanto quanto per i contermini. Se le tariffe sono troppo basse per restare “sul mercato”, devono rimetterci i Comuni? Incassando poco o nulla a fronte di un sacrificio ambientale immenso, senza nemmeno il diritto di chiedere se si sarebbe potuto fare di più e di meglio?
Questo atteggiamento però, pur legittimo, ha pregiudicato i rapporti con gli altri Comuni che ora sono chiamati a corrispondere quota parte le spese di lite. Senza dimenticare la minoranza che ora chiede la sua “testa”.
I Comuni hanno ragione a lamentarsi delle spese, ma questo non è dipeso da noi. Voglio però aggiungere un elemento: il nostro attivismo ha portato la Regione a rivedere le tariffe e a ripristinare dopo un decennio quell’indennizzo ambientale di cui, oltre a Schio, godranno anche Santorso e Marano. Questo significa dividendi più sostanziosi e, per gli enti appena citati, risorse che sono ossigeno puro per casse sempre più in affanno. Ora, io non pretendo un grazie, ma un po’ di obiettività quella sì. Poi veda, le minoranze fanno il loro lavoro. Schio tra area urbana, BIM (bacino imbrifero montano) e IPA è tutto meno che isolata: una narrazione contraria, mi permetta, è solo indice di un’acredine da campagna elettorale non ancora assorbita.
Le parole di Alessandro Maculan. “La bagarre la lasciamo agli altri: “Non fomenteremo un clima d’odio”
E’ l’altro dei “nominati” per le dimissioni invocate a gran voce dalla minoranza, ma rimane convinto del suo operato. Anzi. Spiega che tutte le polemiche contro di lui si stanno trasformando in un’ondata di solidarietà. Anche da insospettabili.
Assessore, si aspettava che l’opposizione le chiedesse di farsi da parte? Mi commenta, dal suo punto di vista, la sentenza della Corte dei Conti?
Dal centrosinistra in particolare non ci aspettavamo molto di diverso. Lo dico con dispiacere: ogni occasione è buona per creare un caso e chiedere dimissioni. Un “al lupo, la lupo” che ormai è sempre meno credibile. Ricevo tanta solidarietà per questi attacchi, spesso personali: anche da persone propriamente non vicine a noi. Sulla sentenza c’è poco da dire: la rispetto, ma non mi convince il fatto che si sia fermata in superficie.
C’è una visione anche rispetto ad Ava che effettivamente vi vede spesso differenziarvi dagli altri Comuni. E’ una battaglia a priori o c’è altro?
Tocca un nodo cruciale. Non so cosa pensino gli altri, ma noi abbiamo sempre condiviso e immaginato un futuro oltre l’incenerimento. Siamo contrari al piano industriale proposto non certo perché vogliamo smantellare, anzi. Coerentemente con quanto ribadito in campagna elettorale, semplicemente auspichiamo di lavorare sull’impianto di riciclo: un traguardo innovativo, che ci porrebbe in una posizione di netto vantaggio rispetto a quanto esiste ad oggi a livello regionale. Sarebbe bello, virtuoso e avveduto arrivarci prima degli altri.
L’ho chiesto anche ad Orsi. I Comuni si lamentano di dover pagare le vostre iniziative e le minoranze incalzano. Come la mettiamo?
La notizia di dover pagare per un esposto ci ha piuttosto sorpresi, quindi comprendo le lagnanze. Del resto però invito ad attendere: c’è stata una pronuncia, ma non è detto che sia finita. Le tesi del procuratore potrebbero essere riprese o riformulate. Vedremo. Di certo noi non ci faremo trascinare nella bagarre; a maggio, quando nel vivo della corsa elettorale avremmo potuto usare la notizia dell’indagine a nostro vantaggio, abbiamo lasciato che le cose facessero il proprio corso, nel rispetto delle istituzioni e dei cittadini soprattutto. C’è chi non perde occasione per offendere e alzare barricate e chi sente la responsabilità di amministrare: per come la vedo io, il primo metodo, paga poco. E giugno lo ha dimostrato.
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