Medioriente, Netanyahu: “Pronti al cessate il fuoco prolungato, i rapiti vanno tutti liberati”

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“Sono pronto per un cessate il fuoco prolungato, a condizione che tutti i rapiti vengano rilasciati. È questione di giorni od ore. Aspettiamo la risposta di Hamas e poi può iniziare subito”. Lo ha detto il premier israeliano Netanyahu. Hamas, secondo quanto affermato da due funzionari coinvolti nei colloqui in Qatar, avrebbe dato il suo ok alla bozza di accordo per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio di decine di ostaggi. In realtà in serata è stato precisato che Hamas non ha ancora risposto perché attende ancora da Israele le mappe del ritiro, circostanza che Israele ha smentito.

Stando alla bozza sulla quale si aspetta da un momento all’altro la fumata bianca, nel primo dei 42 giorni di cessate il fuoco è prevista la liberazione di tre donne civili e dei due bambini Kfir e Ariel Bibas, di cui non si hanno notizie da più di un anno e che, secondo Hamas, sono morti in un bombardamento israeliano insieme con la madre Shiri.
La settimana successiva sarà la volta delle cinque soldatesse e delle cosiddette liste umanitarie che comprendono donne, anziani e persone estremamente malate, per un totale di 33 ostaggi. Le autorità israeliane non hanno confermato ufficialmente ma si stima che la maggior parte delle persone destinate al rilascio siano ancora vive.

La fase due sarà discussa nel mentre. E nonostante il Qatar affermi che “sono state superate le principali controversie e si stia raggiungendo la conclusione dell’accordo nei dettagli”, resta il fatto che almeno durante la prima parte della tregua rimarranno ancora prigionieri a Gaza 22 ostaggi israeliani considerati vivi, 36 morti e i rapiti tailandesi e nepalesi. Nessun terrorista coinvolto nel massacro del 7 ottobre sarà rilasciato, come da veto imposto da Israele, così come il corpo di Yahya Sinwar non farà ritorno a Gaza. Nessun’altra precisazione sulla giornata, che a Doha invece sembrerebbe essere stata frenetica. Specie dopo che Hamas, attraverso fonti egiziane, ha fatto trapelare il suo sì ufficioso al piano. Per avere la risposta ufficiale, sembra che la leadership di Gaza, guidata da Muhammad Sinwar, fratello del defunto Yahya, voglia aspettare che si pronunci Israele per primo.

Dal canto suo Benyamin Netanyahu, che in serata ha convocato una riunione d’urgenza con i vertici della sicurezza, non ha fatto dichiarazioni, né ha diffuso note. Le sue parole nel corso della giornata sono state riferite indirettamente dai familiari degli ostaggi che ha incontrato in due diversi momenti: “Sono pronto per un cessate il fuoco prolungato, a condizione che tutti i rapiti vengano rilasciati. E’ questione di giorni o ore. Aspettiamo la risposta di Hamas e poi può iniziare subito”, ha detto.

Inoltre quando Donald Trump entrerà alla Casa Bianca, “le regole del gioco cambieranno sostanzialmente. Ogni violazione del cessate il fuoco riceverà una risposta dura e potente, e una forma di combattimento che non abbiamo ancora visto”.