Arrestato il presidente sudcoreano. Yoon si rifiuta di testimoniare
E’ stato arrestato il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, sotto impeachment per sovversione e abuso d’ufficio. Lo ha riferito l’agenzia dell’anticorruzione (Cio) di Seul. L’ex procuratore capo nazionale è il primo presidente in carica, sia pure sospeso dalle sue funzioni a causa della procedura di impeachment in corso, nella storia della Corea del Sud a finire in manette. Secondo quanto riferisce la Yonh, il presidente sudcoreano, che dovrà rimanere in isolamento nel centro di detenzione di Seul, è stato sottoposto ad un primo interrogatorio di due ore e mezzo dagli investigatori che indagano sulle accuse di insurrezione e abuso di potere a suo carico, ma il presidente si sarebbe rifiutato di testimoniare. Successivamente ha preso il via una seconda sessione di interrogatorio, guidata dal vicedirettore del Cio, Lee Jae-seung, e in presenza dei legali del presidente.
In un messaggio video preregistrato, Yoon Suk-yeol aveva affermato di aver accettato e deciso di sottoporsi agli interrogatori dell’anticorruzione sulla breve imposizione della legge marziale del 3 dicembre al fine di evitare “spargimenti di sangue”. A dispetto delle “numerose illegalità contestate all’inchiesta, ho deciso di rispondere all’ufficio investigativo sulla corruzione”, aveva affermato, ribadendo di non accettare “la legalità dell’inchiesta” e precisando che si stava adeguando “per impedire qualsiasi sfortunato spargimento di sangue”.
Gli investigatori, dopo lunghi negoziati, sono riusciti al loro secondo tentativo ad arrestare Yoon nella sua residenza: il mandato di cattura “è stato eseguito alle 10:33” (le 2:33 in Italia), ha riferito l’Ufficio d’indagine sulla corruzione per funzionari di alto rango (Cio), l’anticorruzione di Seul, escludendo qualsiasi ipotesi di comparizione volontaria. L’anticorruzione non ha segnalato alcun confronto fisico a differenza di quanto accaduto nel primo tentativo di arresto del 3 gennaio, fallito dopo uno scontro di sei ore con le guardie di sicurezza presidenziali, nel mezzo di tensioni e di timori per un potenziale conflitto armato.
Per il Partito democratico sudcoreano, la principale forza d’opposizione, l’arresto del deposto presidente Yoon Suk-Yeol “è il primo passo verso il ripristino dell’ordine costituzionale, della democrazia e dello Stato di diritto”.