Cliente “confida” alla commessa di aver ucciso la moglie. Lo “scherzo” finisce in Tribunale

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Una pattuglia di carabinieri bassanesi in centro storico

Ho ucciso mia moglie“. Lo ha dichiarato un uomo a una commessa di un negozio di capi d’abbigliamento del centro storico di Bassano del Grappa nei giorni scorsi, aggiungendo poi che si trattava di una battuta sarcastica, per quanto di discutibile gusto. Facendo passare al 43enne residente in città un pomeriggio ben diverso da quello iniziato con lo shopping in centro, concluso infatti negli ufficio del comando locale dell’Arma.

Allarmandola al punto che la donna, in preda all’agitazione e ai dubbi sulla fondatezza o meno dell’esternazione del cliente, si è allontanata dallo stesso per effettuare una chiamata al 112, informando i Carabinieri dell’episodio. Immediato l’intervento dei militari inviati nel punto vendita per le verifiche dovute: una volta rintracciato il responsabile dell’uscita verbale fuori luogo, lo stesso si è dovuto giustificare a fronte dell’accusa di “procurato allarme“.

Tra le prime azioni dei Carabinieri, ovviamente, l’accertamento immediato sul fatto che la donna “presunta assassinata” fosse in vita, seguito ad approfondimenti sul curriculum di giustizia della persona nel frattempo presa in custodia. In realtà, si trattava solamente di una “moglie immaginaria”, essendo il soggetto celibe. Un soggetto però con precedenti, come si è poi appurato in breve tempo e quindi, a maggior ragione, si è resa necessaria un’attenta valutazione del suo caso.

Ad ogni modo, il sospetto sul reato più temuto si è rivelato infondato: non c’era stato alcun omicidio. Non quello per il procurato allarme, invece, contemplato nel Codice Penale all’articolo 648: in caso di sentenza di condanna, il bassanese sarà tenuto a corrispondere un’ammenda fino a 500 euro, con ipotesi di detenzione fino a 6 mesi.