A Davos in Svizzera il World Economic Forum 2025: protesta di Greenpeace

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Si è aperto a Davos in Svizzera il World Economic Forum 2025. All’evento come ogni anno ormai da 55 anni, prendono parte i leader politici ed economici di tutto il mondo, per confrontarsi sui temi più urgenti che riguardano l’economia globale, la geopolitica e il futuro del pianeta. Oltre 3 mila i partecipanti, provenienti da 130 Paesi, nel piccolo comune svizzero dei cantoni Grigioni.

Imponente il servizio di sicurezza, per i cinque giorni in cui questa piccola cittadina di montagna verrà completamente stravolta dal forum. Di contro secondo i residenti, è un ottimo momento per sciare in quanto le piste rimangono per la maggior parte inutilizzate. Fino al 1971 effettivamente Davos era famosa solo per essere un paradiso degli sciatori e prima ancora per aver ispirato i luoghi del romanzo “La montagna incantata” di Thomas Mann.

Donald Trump, tra gli ospiti più attesi, interverrà in collegamento video il 23 gennaio, mentre a Davos saranno presenti di persona il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, i vertici delle istituzioni europee e numerosi premier, tra cui il presidente del governo spagnolo Pedro Sanchez e il cancelliere tedesco uscente Olaf Scholz.

I temi sul tavolo. Tra le principali questioni al centro del Forum di Davos ci sono ovviamente le tensioni geopolitiche, la frammentazione economica e il ritorno del nazionalismo. La crisi climatica rimarrà uno degli argomenti principali. Un’altra discussione cruciale riguarderà poi l’impatto della tecnologia, in particolare dei social media e dell’intelligenza artificiale.

La protesta di Greenpeace. Nel primo giorno del Wef, tredici attivisti e attiviste provenienti da tutta Europa hanno bloccato i delegati in arrivo all’eliporto sul Lago di Davos. In una nota i motivi della protesta: “Con questa protesta pacifica, l’associazione ambientalista ha voluto denunciare l’irresponsabilità delle élite inquinanti e chiedere ai governi di tassare i super-ricchi per finanziare azioni a favore della giustizia climatica e sociale”. “È un oltraggio che politici e amministratori delegati delle aziende più grandi al mondo si riuniscano a Davos per discutere all’infinito mentre il mondo brucia a causa della crisi climatica e le persone lottano per una vita dignitosa”, ha dichiarato Clara Thompson, portavoce di Greenpeace a Davos. “Disuguaglianze economiche e crisi ambientali sono intrinsecamente legate: se vogliamo risolverle, i super-ricchi devono pagare la loro giusta quota di tasse. I soldi non mancano, ma al momento sono nelle tasche sbagliate. È ora di far pagare il conto alle élite più ricche e mettere un freno al loro stile di vita inquinante”.

Oxfam mette in guardia su un potere sempre crescente nelle mani di pochi. Secondo i dati del gruppo anti-povertà Oxfam International, la ricchezza dei miliardari è cresciuta tre volte più velocemente nel 2024 rispetto all’anno precedente. E si prevede anche che almeno cinque ‘trilionari’ emergeranno nel prossimo decennio. La ricerca rilancia dunque l’allarme del presidente americano uscente Joe Biden riguardo a una “pericolosa concentrazione di potere nelle mani di pochissime persone ultra-ricche”. Il rapporto dell’organizzazione, dal titolo provocatorio “Prenditori, non creatori”, sottolinea inoltre che il numero di persone in povertà è rimasto quasi invariato dal 1990.