Frode da 127 milioni su scala nazionale. “Basi” tra Pisa e Napoli, ramificazioni in Veneto

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Colpo importante sul fronte del contrasto alla criminalità economica quello dato in queste ore dalla Guardia di Finanza a un’organizzazione elaborata, con ramificazioni in tutta Italia e perfino in Cina, finalizzata a frodare le casse pubbliche. Si parla di profitti illeciti per oltre 127 milioni e 122 mila euro, con sequestro preventivo di beni mobili e immobili a tutela dello Stato, ai fini di confisca.

L’inchiesta parte dalla Toscana, precisamente da Pisa, con la “testa” delle persone indagate a Napoli, dove è stato coinvolto il Tribunale partenopeo con i giudici ad autorizzare la serie di sequestri resi esecutivi in queste ore. Sono 54 i soggetti iscritti nel registro delle indagini per un totale di 51 imprese economiche, indiziate di varie violazioni finanziarie generatrici di un illecito risparmio di imposta pari ad oltre 46 milioni di euro, nel periodo dal 2019 al 2021. Il sistema fraudolento si fonda sulla catena di società cartiere, diffuse in maniera capillare, nel settore delle pelletterie.

Altro capitolo quello delle condotte ipotizzate di riciclaggio ed auto-riciclaggio, per oltre 81 milioni di euro contestati. L’attività esecutiva, svolta anche mediante perquisizioni personali e locali, è stata svolta con l’impiego di oltre 200 finanzieri, principalmente appartenenti ai Nuclei di Guardia di Finanza di Napoli e Pisa. L’azione congiunta intrapresa nel 2020 ha portato solo quattro anni e mezzo a definire tutti i nomi e i passaggi dell’associazione a delinquere che ora si punta a smantellare in via definitiva. Perquisizioni sarebbero in corso stamattina anche nelle sedi di imprese vicentine, le cui denominazioni per il momento non risultano note.

Le indagini hanno permesso di individuare un’associazione per delinquere finalizzata alla creazione di “società cartiere”, riconducibili principalmente a soggetti residenti in provincia di Napoli e Caserta, costituite al solo di scopo di emettere fatture per operazioni inesistenti nei confronti di “società clienti”, localizzate in Toscana, Campania, Marche e Veneto, imprese operanti nei settori della pelletteria e delle calzature, così da garantire alle stesse
un’indebita detrazione dell’Iva, la contabilizzazione di un costo indeducibile ed ottenere conseguentemente una cospicua provvista di denaro in contanti, somme sottratta alle casse delle società.

La notizia è in aggiornamento