Carega, Sinai e Kilimangiaro, ma senza scarponi. Il “folle” Tom Perry, camminatore a piedi nudi

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Ogni alpinista che si rispetti ne è consapevole: andare su e giù per le montagne richiede adeguate precauzioni. Tra queste, non possono mancare comodi scarponi. Eppure, per quanto possa stupire, c’è qualcuno che di questi ultimi fa volentieri a meno. È il caso di Antonio Peretti, meglio conosciuto come Tom Perry. Dall’America Latina all’Asia, passando per l’Africa, questo vicentino di Sovizzo pratica da vent’anni l’alpinismo a piedi nudi. Tanto da essersi guadagnato l’appellativo di “alpinista scalzo”. Una storia incredibile, che non poteva sfuggire ai “radar” di Radio Eco Vicentino.

Da giovane, racconta Tom ai microfoni di “Parlami di Te“, “sono stato mezzofondista. Una carriera dalla quale ho deviato in quanto mi accorsi che tale tipo di attività portava all’uso di sostanze che per me non erano il massimo”. Deluso dalla sua giovinezza sportiva, ha iniziato a lavorare sulle montagne vicentine come guardiacaccia. “Un giorno – continua – avevo i piedi che mi facevano male. Allora mi sono tolto le scarpe, e ho notato che, anche sulle pietraie, a causa del mio piede magro sentivo poco il dolore. Allora mi è venuta una sorta di ispirazione: creare un personaggio fuori dal contesto”.

“Era il 2001 – prosegue -, e nel 2002 ho deciso di uscire allo scoperto”. Mancava, però, un nome da dare al personaggio: “L’idea mi è venuta guardando con mio figlio i cartoni di Tom e Jerry“, confida. Lasciando facilmente intuire l’assonanza tra il nome dell’iconico duo cartoonesco e il suo pseudonimo. Per poi confessare: “Il 15 agosto 2002 la mia vita è cambiata. Alle ore 11 in punto ho buttato gli scarponi per aria e mi sono catapultato giù dal Carega con il piede che non era ancora abituato. Quando sono arrivato a Recoaro non volevo neanche guardarmi i piedi. E invece avevo solo un pò di sangue al calcagno. In quel momento è nato il personaggio di Tom Perry. È stato il mio battesimo”.

Il “battesimo del fuoco” è stato presto seguito da altre esperienze: “Nel 2003 – racconta Tom – mi sono portato sul monte Sinai. Quell’esperienza ha segnato l’inizio della mia attività anche dal punto di vista spirituale, perché quello che faccio ha anche una vena di spiritualità”. Un’attività condotta insieme al giornalista Claudio Tessarollo e al fotografo Luciano Covolo, con il cui contributo è stato creato il Tom Perry Team: “Nel 2004 siamo saliti sul Kilimangiaro, e nel 2005 è stata la volta dell’America Latina”.

Tom Perry con Papa Francesco

Al 2006 risale l’importante incontro con il Dalai Lama, al quale Tom Perry ha portato la torcia delle Olimpiadi invernali di Torino. “Mi ha chiesto se fossi matto – confida -. E gli ho risposto che lo sono sempre stato. Ma anche che certe cose si fanno solo con l’anima. E allora lui mi ha stretto la mano dicendomi che sarebbe stato con me. La carica che lui mi ha dato ce l’ho ancora adesso”.

Impresa dopo impresa, l’ultima in ordine di tempo risale a giugno 2024. “Siamo stati in Perù – racconta Tom -, e a Machu Picchu si è verificato un episodio abbastanza rocambolesco, in quanto sono entrato di corsa a piedi nudi nel sito patrimonio dell’Unesco. E mi sono corsi dietro, perché pensavano che fossi un pazzoide. Dopo avergli spiegato tutto, però, ci siamo fatti un selfie”.

A piedi nudi anche sulla neve

A questo punto, però, può venire spontaneo chiedersi come mai Tom Perry si dedichi a questa particolare attività. Lanciare un messaggio, è la pronta risposta. E si rivolge ai giovani: “I ragazzi non devono essere tutti uguali. Devono, al contrario, cercare di darsi degli stimoli. Se io sono riuscito a fare il personaggio di Tom Perry, con mezzo mondo che mi ha riso addosso, vuol dire che ho avuto coraggio e delle idee. Il coraggio delle idee. I giovani non devono fare le stesse cose, vestirsi e ragionare allo stesso modo. Devono essere persone per sé, per conto proprio. Allora diventano personaggi”.

Gabriele Silvestri