Migranti in Albania, arriva un altro stop al trattenimento: 43 persone tornano in Italia

Dalla Corte di Appello di Roma arriva il terzo no al trattenimento dei migranti in Albania. Le toghe capitoline hanno deciso di non convalidare il trattenimento dei 43 migranti, perlopiù cittadini egiziani e del Bangladesh, rimasti nel centro albanese di Gjadër. E di rinviare gli atti alla Corte di Giustizia dell’Unione europea. Ora, i 43 migranti torneranno in Italia: saranno riportati, conferma il Viminale, questa sera alle 19 a Bari, su mezzi della guardia costiera. Poi avranno 14 giorni per presentare ricorso contro il rigetto della loro domanda d’asilo. Ieri, la commissione territoriale, in video-collegamento, ha infatti dichiarato “manifestamente infondate” tutte, tranne una, le richieste di protezione internazionale.

La terza liberazione collettiva, dopo quelle avvenute nei due precedenti trasferimenti di ottobre e novembre scorsi, scatena governo, maggioranza e opposizioni. Da fonti dell’esecutivo filtra che “c’è grande stupore” rispetto alla decisione dei giudici della Corte di appello di Roma. Fdi reagisce attaccando le toghe: “Si sostituiscono al governo”. E all’attacco frontale dei giudici va anche il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri: “Continua l’opera di boicottaggio della magistratura italiana alle politiche di sicurezza per contrastare l’immigrazione clandestina”, dice.

La segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, si rivolge direttamente alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Si rassegni – dice – perché i centri in Albania non funzionano e non funzioneranno, sono un clamoroso fallimento.

Secondo Riccardo Magi di +Europa la decisione dei giudici segna “la pietra tombale sulle politiche migratorie messe in atto finora da Giorgia Meloni”. Per il Movimento Cinque Stelle più che di “modello Albania” bisognerebbe parlare di “gioco dell’oca in cui ‘errare è umano, perseverare è una prerogativa del governo Meloni’”. Da Italia Viva l’affondo: “ E’ una Caporetto”.