Operai senza stipendio convinti a scendere dalla gru dopo 7 ore. Lunedì incontro in Prefettura

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Le rassicurazioni ricevute da parte dei sindacati, ieri, dopo l’intercessione del prefetto di Vicenza, hanno infine convinto i cinque operai a interrompere la protesta simbolica portata in atto salendo su una gru all’interno del cantiere del Villaggio americano a Vicenza Est. Una situazione a rischio, in termini di sicurezza. Un atto simbolico forte iniziato venerdì mattina intorno alle 9, proseguito fino alle 16.30 dello stesso giorno.

A provocare la presa di posizione del gruppo di operai il “corto circuito” di subappalti che ha portato a un rimbalzo di responsabilità in merito alla corresponsione degli stipendi pattuiti ai lavoratori, non più percepiti da mesi. Tutti loro sono di sesso maschile, di origini straniere e dipendenti di una cooperativa. Nell’area di cantiere si sono visti già ieri i Carabinieri e lo Spisal dell’Ulss 8 Berica.

Lunedì prossimo, non a caso, il primo punto sul tavolo di discussione sarà la richiesta di saldare i compensi in sospeso. A fronte di queste garanzie verbali sopra esposte i cinque dipendenti dell’azienda in sub-subappalto hanno raccolto quanto si erano portati appresso sulla gru, nell’eventualità di proseguire a oltranza nella protesta, scendendo a terra. Poi hanno lasciato il cantiere facendo ritorno nelle rispettive case. A venire convocato in prefettura è il Gruppo Icm, con sede operativa a Vicenza in viale dell’Industria.

Operai in subappalto (del subappalto) senza stipendio: sciopero sulle gru – VIDEO

Sui fatti di ieri avvenuti a Vicenza Est e sulla questione subappalti con scarichi di oneri a “cascata” si stanno esprimendo sindacati ed esponenti politici. “Il Partito Democratico di Vicenza esprime forte preoccupazione – la dichiarazione è a firma di Davide Giacomin, segretario provinciale – per la protesta avvenuta nel cantiere del Villaggio americano a Vicenza Est, dove cinque operai edili, senza stipendio da mesi, sono stati costretti a salire su una gru per farsi ascoltare. Dalla ricostruzione dei fatti emerge un quadro allarmante: gli operai fanno parte della cooperativa Work Scarl, in subappalto per Plen, a sua volta in subappalto per Icm, azienda capofila del cantiere. Non è accettabile che nel 2025 lavoratori e famiglie si trovino in una condizione di ricatto salariale, senza alcuna certezza di ricevere lo stipendio per il lavoro svolto. È l’ennesima dimostrazione che il sistema degli appalti, senza controlli efficaci, crea sfruttamento e insicurezza. È ora di dire basta”.