L’ultima salita di Franco Spanevello, scalatore e narratore delle Piccole Dolomiti

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La montagna piange un amico, salito più “in alto”. E con essa la vallata dell’Agno, vicina alla famiglia di Franco Spanevello, 69enne valdagnese molto conosciuto negli ambienti dell’alpinismo veneto. Scalatore di lungo corso e guida alpina, Franco era in pensione da qualche anno, tempi in cui ha dovuto affrontare un percorso di sofferenza a causa di un male difficile da debellare.

Un profondo conoscitore in particolare dei “monti di casa”, le Piccole Dolomiti, che aveva battuto di roccia in roccia aprendo nuove vie a partire dagli anni ’90. In tanti a Valdagno e non solo lo ricordano anche come collaboratore della rivista periodica Sportivissimo, con la firma di Spanevello negli articoli di scialpinismo ed escursionismo.

Negli ultimi tempi il suo fisico già debilitato dalla malattia e dalle terapie sostenute nel tempo ha ceduto all’avanzare della patologia, che ne ha provocato il decesso lo scorso sabato 8 febbraio, dopo la degenza all’ospedale Borgo Trento di Verona e l’assistenza ricevuta all’Hospice di Arzignano. Domani sarà recitata una veglia di preghiera, alle 19, accogliendo chi vorrà essere presente nella chiesa di San Quirico, la frazione di Valdagno dove ha vissuto il compianto Franco. Nella stessa casa sacra si terranno le esequie, nella giornata pomeridiana di mercoledì alle 15.30.

Proprio lo scalatore vicentina, nel 2023, fu autore di una foto scattata alla celebre coppia di guglie delle Piccole Dolomiti denominata “L’Omo e la Dona”, pochi giorni prima del crollo di uno dei due sassi più “affiatati” del Gruppo del Carega. Un evento naturale, causato dal maltempo, che ha mutato per sempre l’aspetto del versante del Monte Plische.

Crolla “l’Omo” delle Piccole Dolomiti. La “Dona” rimane sola a svettare sul Monte Plische

L’immagine prescelta dai parenti per ricordarlo degnamente nell’epigrafe che ne annuncia la dipartita vede un Franco Spanevello sorridente in quello che è stato il suo “ambiente felice”. Un casco con occhiali e tuta da sci, una montagna innevata alle sue spalle, e un sorriso sereno che chi ha avuto modo di conoscerlo e apprezzarlo potrà conservare come prezioso ricordo.