“Non ci brucerete il futuro”. Ieri il sit-in sotto la pioggia e di fronte ai cancelli di Ava
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Si sono dati appuntamento ieri di fronte all’ingresso del piazzale che porta allo stabilimento e agli uffici direzioni di Alto Vicentino Ambiente, in zona Ca’ Capretta di Schio, circa 50 manifestanti. All’interno della struttura era in corso un incontro tra i sindaci dei 31 Comuni e dell’Unione Montana altopianese che rientrano nel Consorzio della società che gestisce il ciclo di raccolta, recupero e trasformazione dei rifiuti.
Un sit-in pacifico ma di protesta organizzato nel pomeriggio di martedì dal coordinamento “Non bruciamoci il futuro“, sfidando anche il maltempo che ha imperversato per buona parte della giornata. L’iniziativa non ha interrotto i lavoro del cosiddetto Comitato ristretto dei sindaci convocato come organo consultivo di affiancamento rispetto al CdA dell’azienda compartecipata.
Abiti pesanti e tanti ombrelli, in mezzo uno striscione con la scritta “Non ci brucerete il futuro” con disegnate due croci nere. Nel corso del sit-in è stato letto un comunicato che ripercorre la storia recente del gruppo di attivisti per la tutela dell’ambiente locale, che si oppone a un investimento già annunciato di 80 milioni di euro finalizzato all’ampliamento dell’impianto di incenerimento. Insieme alla critica riguardo alla decisione già assodate, la proposte di alternative sostenibili, chiedendo a enti locali pubblici e apparato dirigente di Ava investimenti alternativi e incontri aperti per ridiscutere il tema cruciale.
Le istanze espresse ieri al microfono da alcuni portavoce del Coordinamento sono riassunte in un manifesto. “Per l’inceneritore di Schio spenderete 80 milioni per un ampliamento che ci costringerà per i prossimi 30 anni ad incenerire nel nostro territorio una quantità di rifiuti quasi doppia di quella prodotta dal bacino di Vicenza; porterà ad un aumento delle emissioni di inquinanti tossici, come diossine, polveri, metalli pesanti e Pfas, che ricadranno nell’aria, nell’acqua e nel suolo; porterà ad un aumento delle emissioni di CO2, causa di cambiamenti climatici, impegnerà le nostre risorse ambientali ed economiche in un settore che verrà sicuramente penalizzato dalle norme per la necessaria decarbonizzazione. Contestata, infine, la prospettiva di “fusioni” tra società del settore e multiutility.
Il manifesto completo (link)