Ascolta l'audio
...caricamento in corso...
Nel ritorno dei playoff di Europa League, la Roma batte in rimonta 3-2 il Porto e si qualifica per gli ottavi. È la squadra di Claudio Ranieri, dunque, l’unica soddisfazione italiana in una settimana che ha visto l’eliminazione di Milan, Atalanta e Juventus in Champions League. Tutto in attesa del sorteggio di oggi (21 febbraio) a Nyon. All’Olimpico passano per primi in vantaggio i portoghesi al 27′ con una rovesciata di Samu, in un’azione viziata da un errore di Svilar in impostazione. Il gol subito sveglia i giallorossi e in particolar modo Dybala che, tra il 35′ e il 39′, ribalta il match, chiudendo prima un bel triangolo con Shomurodov e poi sorprendendo Diogo Costa sul primo palo dopo uno scambio con Koné. Al 51′ Eustaquio si fa espellere per un manata a Paredes, la Roma sfiora il tris ma rischia la beffa al 69′ quando Samu va via a N’Dicka ma colpisce il palo a tu per tu con Svilar. All’83’ la chiude Pisilli su assist di Angelino.
La gara. Davanti a Ryan Friedkin, che si è rivisto all’Olimpico dopo due mesi, la Roma evita la debacle totale del calcio italiano ed è l’unica nostra squadra a qualificarsi per gli ottavi dopo le clamorose eliminazioni in Champions League di Milan, Atalanta e Juventus. Nella serata più importante della stagione, brilla la stella di Paulo Dybala, che con la sua doppietta scaccia i fantasmi che aleggiavano sull’Olimpico. Perché la Joya, oltre ai gol, ha disegnato calcio fino a quando Ranieri non ha deciso di regalargli la standing ovation a una manciata di minuti dalla fine.Ranieri è senza gli squalificati Saelemaekers e Cristante e nella rifinitura perde anche Dovbyk: in difesa Hummels va ancora in panchina a vantaggio di Celik, trovano una maglia da titolari anche El Shaarawy, Paredes e Shomurodov. A sostegno dell’uzbeko ci sono il recuperato Dybala e Pellegrini. Rispetto al match di andata, Anselmi cambia due terzi del tridente d’attacco: ai fianchi di Samu ci sono Pepé e Fabio Vieira che mandano in panchina il baby Rodrigo Mora e Gonçalo Borges. La Roma parte meglio e comanda il gioco, ma fa fatica a creare pericoli, con Diogo Costa che assiste senza intervenire prima al colpo di testa in tuffo di Pellegrini (alto) poi alla torsione di testa di Shomurodov che termina a lato. L’equilibrio si spezza al 27′, quando Svilar sbaglia la misur del passaggio per Paredes, il tiro di Fabio Vieira viene respinto da Mancini, ma sugli sviluppi dell’azione la sfera dopo un rimpallo arriva a Samu che con una fantastica rovesciata acrobatica porta avanti il Porto. Il subito subito dà la sveglia ai giallorossi e in particolare a Dybala, che nel giro di 4′ minuti si prende sulle spalle la squadra e ribalta il risultato: al 35′ la Joya chiede e chiude il triangolo con Shomurodov e con l’esterno sinistro fa secco Diogo Costa; al 39′ scambia con Koné e sorprende il portiere avversario con un preciso sinistro sul primo palo. L’Olimpico è una bolgia e prima dell’intervallo i padroni di casa sfiorano il tris: Diogo Costa è super sul colpo di testa di Mancini, poi Otavio mura due volte N’Dicka, la seconda proprio sulla linea di porta.
Nessun cambio nell’intervallo e la ripresa inizia con un episodio decisivo: Eustaquio cade nella provocazione di Paredes e reagisce con una sbracciata che sfugge a Letexier ma non al Var. L’arbitro francese espelle il canadese e ammonisce l’argentino (diffidato) come da regolamento. La gara sembrerebbe mettersi in discesa, Shomurodov si divora il tris da pochi passi, poi si vede annullare un gol per fuorigioco innescato dall’ennesima magia di Dybala. Il condizionale è d’obbligo perché al 69′ la Roma rischia tantissimo: Diogo Costa, come all’andata, è bravissimo nel rilancio che pesca Samu, l’ex Atletico va via a N’Dicka che lo ostacola come può e colpisce male cadendo con Svilar salvato dal palo. Un grossissimo spavento prima del tris di Pisilli all’83’, bravo a centro area a raccogliere l’ennesimo assist di Angelino. All’ultimo secondo del recupero l’autogol di Rensch non cambia le sorti del match: in Europa va avanti la Roma con pieno merito.