E tu che dopocena sei? Le buone abitudini della sera e come affrontarla in serenità
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Nuova entusiasmante puntata di We Love Italia che torna stavolta in compagnia del padrone di casa, Gianni Manuel, e del giornalista Marco Zorzi per parlare delle abitudini del dopo cena in Italia e nel mondo. Con qualche aneddoto e buone pratiche di cui far tesoro.
Tanti gli spunti di interesse infatti, con consigli che possono ravvivare anche le serate più noiose: secondo il settimanale Grazia ad esempio, concedersi un bagno o una doccia calda, facendosi magari aiutare dalla aromaterapia e dalla cromoterapia o ancora allestire un angolo adibito allo yoga, alla mindfulness oppure sbizzarrirsi provando nuovi look con combinazioni di capi e accessori, agevola il relax e l’allontanamento dai pensieri più pesanti. A questo proposito risulta significativa una ricerca condotta dall’Università di Harvard: nelle ore che precedono il sonno, sarebbe meglio evitare l’esposizione a fonti luminose poiché potrebbero condizionare il nostro orologio biologico, e ingannarci facendoci pensare che sia ancora giorno. Un “non staccare la spina” che potrebbe costare caro al nostro cervello, costretto ad un’estenuante elaborazione di dati e di informazioni senza tregua. Con effetti dannosi sulla nostra salute fisica e mentale.
E i cibi? Spesso la sera e il divano conciliano insani appetiti anche dopo cena: ma il modo per accontentare lo stomaco senza appesantirsi troppo c’è. Secondo alcuni ricercatori infatti, un frutto, una manciata di olive e persino 50 o 60 grammi di pasta o riso purchè conditi con un buon avocado, sarebbero ben tollerati. No invece a panificati, carni rosse, creme spalmabili e fritti: amici delle patatine sul divano, siete avvisati. E nel resto del mondo? Suggestiva la testimonianza, al proposito, di Luigi Roberto Pagani, dall’Islanda: “In questa magica terra – racconta il docente universitario e blogger di Un’italiano in Islanda” – si mangia una cosa veloce, anche tramite un piccolo buffet in piedi, per poi affrettarsi in salotto a conversare tra familiari e amici. Un senso di socialità che di fatto attecchisce anche tra i più giovani, per una volta sconnessi dalla tecnologia: quasi un ritorno alle origini dove, complice la mancanza di corrente elettrica e le temperature rigide, ci si radunava al fuoco di una candela tra canti e risate”.