L’artista maladense Arianna Vidale alla sua prima mostra: “Qualcosa mi guida attraverso la bellezza”

Intitolazione più significativa non poteva avere la prima mostra che celebrerà l’estro creativo di Arianna Vidale, la talentuosa artista di Malo già nota per i grandi murales spesso dedicati a personaggi noti: “Nata dalle mani”, esposizione che prenderà il via il prossimo 10 marzo per concludersi un mese dopo nei locali dell’Istituto Farina di Vicenza.

Ispirata ai grandi mostri sacri della scultura classica, l’esposizione nasce da un percorso di ricerca e dal desiderio di cimentarsi in una sfida al miglioramento personale e professionale: “Aver visto la reazione del pubblico davanti alla mia opera – commenta la giovane artista in riferimento al lavoro dedicato a Renato Zero – vedere le persone in coda per farsi la foto assieme e soprattutto sentirsi dire “grazie”, mi ha fatto capire che questo talento merita di essere coltivato con ancora più tenacia di quanto non avessi fatto finora. Qualcosa mi chiamava a passare del tempo in Chiesa, luogo che non ho quasi mai frequentato se non per qualche cerimonia sporadica, come anche a studiare e leggere libri su Michelangelo, poi Canova ed infine Bernini. Più leggevo e più mi riconoscevo in loro tre: il mio carattere riservato e l’aspetto a periodi trasandato come il Buonarroti, innamorato del suo lavoro da scordarsi anche di mangiare (come purtroppo capita a me); la dolcezza d’animo e l’attrazione per l’armonia perfetta, l’eleganza pulita, tipica di Canova; l’amore per l’architettura perfetta, le regole matematiche che danno quel senso di bellezza capace di toglierti le parole, del quale Bernini rimane maestro indiscusso”.

Ed è così che dalle mani e dalla passione di Arianna Vidale, in quasi due anni di lavoro hanno preso vita come in un incantesimo, uno dietro l’altro, i capolavori più celebri che il mondo conosca. Dal “David”, al “Mosè”, alla “Creazione di Adamo” di Michelangelo; da “Le tre Grazie” ad “Amore e Psiche” di Canova; dal “Ratto di Proserpina”, al “San Sebastiano”, al “David” del Bernini; per finire al Gruppo del Laocoonte dei tre Agesandro, Polidoro e Atenodoro: “Sono sincera quando dico che non so cosa sia scattato in me e soprattutto nelle mie mani – ammette l’artista ventinovenne – ma una voce dentro mi diceva “Tocca a te, ce la fai”. Sicuramente posso venir presa per pazza, ma quale artista ad un certo punto non viene visto come qualcosa fuori dall’ordinario? Per cui mi sono detta va bene, ci provo. Non ho idea di cosa uscirà, ma sento che devo fare questa scultura. Certo, non di marmo. Non ho mai preso in mano uno scalpello e di certo non posso averne la padronanza”.

E così, tra polistirene, pennelli e colori sapientemente sfumati, hanno ritrovato nuova luce le più celebri opere classiche, con misure riprodotte fedelmente all’originale: “Mi auguro che questa prima esposizione al pubblico possa certamente piacere e far sentire bene – conclude un’emozionata Arianna Vidale – possa far capire a tanti giovani che non c’è nulla di impossibile, e che la fatica non è una nemica, anzi, è l’unica chiave che permette di raggiungere sogni e obiettivi. Auguro invece a me stessa di non arrendermi mai, di avere sempre questa caparbietà nel portare avanti il mio mestiere con umiltà, professionalità e amore verso le persone. E che qualsiasi proposta arrivi in futuro, siano sempre i pennelli ad indicarmi la strada: d’altronde come diceva Michelangelo “l’arte mi fu idolo e monarca”. Mai come ora so cosa voglia dire”.