A Bruxelles i 27 sostengono la difesa comune. Mattarella: “E’ presto per parlare di militari italiani a Kiev”


Il sostegno all’Ucraina e la difesa comune europea. Sono stati questi i due temi al centro del Consiglio europeo straordinario che si è tenuto ieri (6 marzo) a Bruxelles, durante il quale i leader Ue hanno approvato le conclusioni del vertice sull’Ucraina con i 5 principi per la pace. Ma senza l’Ungheria che ha votato contro. Il testo sulla difesa comune, invece, è stato approvato a 27. I capi di Stato e di governo dell’Unione Europea, quindi, sulla difesa si sono trovati d’accordo e hanno dato luce verde al piano ReArm proposto da Ursula von der Leyen
Nella dichiarazione a 26 sull’Ucraina del vertice Ue vengono confermati i cinque “principi” su cui gli europei si riconoscono per arrivare alla pace giusta in Ucraina alla luce “del nuovo slancio dei negoziati”. Nel testo delle conclusioni i cinque principi vengono indicati uno a uno, riaffermando anche la necessità di garantire l’integrità territoriale dell’Ucraina. Prima di tutto, il testo afferma che “non ci possono essere negoziati sull’Ucraina senza l’Ucraina” e “non ci possono essere negoziati che incidano sulla sicurezza europea senza il coinvolgimento dell’Europa poiché la sicurezza dell’Ucraina, dell’Europa, transatlantica e globale sono intrecciate”. Inoltre, “qualsiasi tregua o cessate il fuoco può avvenire solo come parte del processo che porta a un accordo di pace globale”.
Sulla pace in Ucraina è intervenuto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, secondo il quale è “Troppo presto per parlare di truppe italiane in Ucraina”. Parlando all’emittente giapponese NHK, il Capo dello Stato fa riferimento poi alla ricerca di un accordo di pace: “L’Europa è da tre anni che cerca di indurre la Russia a negoziare e tutti ci auguriamo che sia finalmente disponibile. Ripeto, serve una pace giusta che non crei un omaggio alla prepotenza delle armi perchè altrimenti si aprirebbe una stagione pericolosissima per la vita internazionale. Una soluzione giusta che non sia fragile e transitoria. Basata sulle norme della Carta dell’Onu e che sia accettata dalle due parti”.