Collisione tra petroliera e nave cargo nel Mare del Nord. Preoccupazione per possibile disastro ambientale

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Grande incidente ieri al largo delle coste britanniche: una petroliera è entrata in collisione con una nave cargo nelle acque del Mare del Nord. L’urto ha causato un incendio. Trentasette marinai sono stati portati a terra: uno di loro è ferito ed è stato portato in ospedale. Un membro dell’equipaggio risulta disperso e la Guardia costiera ha reso noto che le ricerche sono state sospese.

La petroliera Stena Immaculate, di proprietà della compagnia svedese Stena Bulk ma gestita dall’americana Crowley, è stata speronata dalla nave portacontainer battente bandiera portoghese Solong (della società tedesca Reederei Koepping) quando era all’ancora al largo dell’estuario dell’Humber, a circa 16 chilometri da Hull, nell’East Yorkshire. Resta da capire come si sia prodotta la collisione, in condizioni di mare e di meteo apparentemente non estreme. Secondo le prime ipotesi da un possibile errore di gestione del sistema di pilotaggio automatico della Solong.

Stamattina le fiamme non sono state ancora spente. L’autorità marittima del Regno Unito ha aperto un’indagine su quanto avvenuto. Il serbatoio della petroliera, contenente carburante per aerei, si è rotto: l’impatto ambientale, in termini d’inquinamento del tratto di mare, è quindi in via di valutazione. La Stena Immaculate trasportava infatti cherosene per i jet del Pentagono, mentre sul cargo c’erano container con cianuro di sodio.

L’armatore svedese della petroliera ha confermato che l’urto ha provocato uno squarcio in un serbatoio di carico con conseguente sversamento in mare di parte del cherosene trasportato. Le autorità britanniche e organizzazioni ecologiste come Greenpeace hanno fatto sapere di aver avviato immediate verifiche per stabilire la portata inquinante dell’accaduto. L’associazione ambientalista ha puntato il dito non solo sullo sversamento in mare del carburante trasportato dalla petroliera per conto delle forze armate Usa, ma anche sul cianuro di sodio e sul gas infiammabile stivati in alcuni dei container della Solong, secondo quanto certificato dalla documentazione sull’assicurazione del carico in possesso dei Lloyds: sostanze, queste ultime, che al momento non risultano essere finite in acqua, ma la cui pericolosità potenziale è comunque evidente.

Paul Johnston, scienziato presso i Greenpeace Research Laboratories e professore alla Exeter University, in Inghilterra ha dichiarato: “A mano a mano che emergono informazioni su ciò che le due navi trasportavano cresce esponenzialmente l’inquietudine per gli svariati rischi che queste sostanze chimiche potrebbero rappresentare per la vita sottomarina”. Il governo britannico di Keir Starmer ha dal canto suo ammesso, per bocca di una portavoce di Downing Street, che l’incidente è estremamente preoccupante, assicurando indagini e controlli approfonditi.