Tribunale Pedemontana al bivio tra favorevoli e contrari. Il punto della situazione


La rinascita del nuovo Tribunale della Pedemontana veneta, annunciata dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari ancora a gennaio, non è più così certa. Stando al crescente fronte dei contrari infatti – per ora una sessantina di primi cittadini di tutta la provincia – e con la fortissima opposizione degli ordini degli avvocati di Padova, Treviso e Vicenza, una ripartenza tutta in salita sulla quale sarà il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ad avere l’ultima parola.
I fatti. La sede tribunalizia bassanese, in tempi di spending review venne smantellata con la riforma del governo Monti nel 2012: secondo il nuovo disegno di legge, dovrebbe quindi rivedere la luce interessando 72 Comuni delle province di Vicenza, Padova e Treviso, per un numero di abitanti di poco superiore ai 500 mila dei quali si occuperebbero, secondo le intenzioni, una quindicina di magistrati in tutto.
Il fronte dei favorevoli. “Grande opportunità per il territorio”.
Tra i favorevoli al rilancio del tribunale a Bassano del Grappa, buona parte della maggioranza in consiglio regionale, a partire dal presidente della regione Luca Zaia: “Stiamo parlando di un riferimento fondamentale in un’area che è uno dei più importanti tessuti produttivi del Paese e che sta dimostrando di avere tutte le potenzialità per crescere ancora, favorito anche dalla nuova strada Pedemontana – le parole del Governatore – in un simile contesto non è pensabile non disporre di tutti i servizi e presidi necessari”. Su tutti poi, più battagliero che, mai il sindaco della città degli Alpini, Nicola Finco, appoggiato da tutta la politica bassanese di centro destra, dall’europarlamentare Elena Donazzan alla senatrice leghista Mara Bizzotto che ha spiegato come il disegno di legge abbia comunque trovato appoggio trasversale anche dai senatori veneti Luca De Carlo (FDI), Antonio De Poli (UDC), Barbara Guidolin (M5S) e Daniela Sbrollini (Italia Viva). Fortemente favorevoli infine anche le categorie economiche del bassanese: in una nota congiunta dei giorni scorsi, i presidenti mandamentali di Confindustria, Confcommercio, Confartigianato, Coldiretti, Confimi, Confesercenti e Confapi, hanno rilevato come quella del tribunale della Pedemontana rappresenti una grande opportunità per il territorio oltre che un’ulteriore occasione di sviluppo per un’area ritenuta strategica.
Il fronte dei contrari. “Progetto nostalgico e anacronistico”.
“In un momento storico in cui le risorse statali scarseggiano, con i Tribunali che lamentano carenze di organico ed economiche, l’efficienza passa attraverso la razionalizzazione delle spese fisse e il rafforzamento delle sedi già operative. la frammentazione duplica i costi e indebolisce tutte le sedi, vecchie e nuove, costrette a spartirsi le già scarse risorse disponibili. Un progetto, quello del Tribunale della Pedemontana, che appare nostalgico e anacronistico, inidoneo a garantire al nostro territorio una giustizia di qualità”. Parole, queste, dalla missiva sottoscritta da 59 sindaci vicentini – di tutte le estrazioni e colori – e indirizzata al ministro Nordio. Non le uniche, di contrarietà: oltre al niet degli Ordini degli Avvocati, da subito in prima linea contro quella che viene definita come una sciagura che minerebbe gli sforzi fatti per il tribunale di Vicenza, si registrerebbe la freddezza anche di una certa parte di Forza Italia. E il no compatto dei dem, più convinti che mai che il foro bassanese sia solo una bandierina da piantare da parte della Lega. Magari prima delle prossime elezioni regionali.