Padre e figlio inghiottiti dal cedimento del ponte sull’Agno offrivano supporto ai soccorsi


Le speranze di trovare ancora in vita Leone e Francesco Nardon, padre e figlio di 64 e 21 anni, si sono dissolte definitivamente nella mattina di venerdì 18 aprile, dopo le ricerche di due persone date per disperse nel corso della serata precedente e proseguite per tutta la notte lungo il corso che taglia l’omonima vallata. Valdagnesi entrambi, si trovavano insieme nell’automobile aziendale precipitata nell’Agno dalla frazione di Ponte dei Nori, in seguito al crollo dovuto all’ondata di piena causata dalle piogge torrenziali di ieri.
Imprenditore il primo, titolare dell’azienda Sitec Srl (la sede è in via Tomba 15 proprio a Valdagno) che si occupa di sviluppo software, sistemi di controllo e dell’automazione per l’industria. Collaborava nella stessa attività produttiva anche il figlio, studente universitario: dunque lavoravano insieme nello stabilimento attivo da 30 anni nel settore.
Secondo le voci che si rincorrono nella città laniera, in seguito al doppio tragico epilogo che li riguarda, pare che la coppia si fosse mossa per prestare supporto ai volontari attivatisi in zona per verificare gli argini dell’Agno. Puntate sul manufatto ci sarebbero delle telecamere che, se funzionanti, potrebbero aver ripreso la scena. Saranno allora le forze dell’ordine a valutare se diffonderle o meno dopo aver verificato quanto accaduto. Il ponte, definito come secondario per la viabilità locale, avrebbe fatalmente ceduto perché investito dalla furia dell’acqua e detriti a “gonfiarla”, facendo crollare e inabissare metà carreggiata di marcia, trascinando a valle il veicolo e i due uomini – probabilmente in quel frangente al di fuori del mezzo – tra i flutti della “piena”.
Non lasciando loro scampo. Stamattina il ritrovamento prima del 64enne, intorno alle 10 nei paraggi del bacino di laminazione. Più a monte un’ora più tardi è arrivata la conferma dell’avvistamento del corpo del giovane, rimasto impigliato da piante affioranti dall’acqua. Ai sommozzatori dei vigili del fuoco è spettato il compito del recupero. Padre e figlio erano sostenitori alle attività di Protezione Civile, fornendo anche apparecchiature e materiali utili all’occorrenza come ha reso noto il sindaco di Valdagno, Maurizio Zordan.
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“Una grossa perdita per Valdagno”, ha aggiunto l’amministratore cittadino, che conosceva personalmente l’imprenditore morto come il figlio per probabile annegamento. Persona generosa che in più occasioni aveva contribuito materialmente in varie iniziative a favore della comunità e non solo valdagnese. Prova ne sia la ristrutturazione conclusa della sede della banda di Cornedo, operata in maniera anonima, un gesto rivelato dall’associazione all’indomani del drammatico epilogo. Anche ieri sera, probabilmente, i due sono stati spinti dal desiderio di prestare aiuto recandosi nei luoghi a rischio, allo scopo di vedere in prima persona di cosa ci fosse bisogno.
Francesco era l’unico figlio maschio della famiglia Nardon, residente a Valdagno e composta anche dalla madre Marta e dalle sorelle Giulia e Anna che risiede in zona Borne. Un grande appassionato di musica, visto che suonava la tromba, entrato di recente come membro di una banda orchestra di Cornedo Vicentino.
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