Dopo due mesi di cure ha spiccato il volo l’aquila reale finita in un giardino a Valbrenta – VIDEO

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E’ tornata libera l’aquila reale che lo scorso 26 febbraio era stata soccorsa in un giardino di San Nazario di Valbrenta. Scesa per predare pollame, non era più riuscita ad alzarsi in volo. Ieri ha rialzato il suo sguardo fiero: uscita dalla gabbia, si è fermata a scrutare l’orizzonte, quasi a riprendere confidenza con una montagna da cui per due mesi era rimasta lontana. Il tempo di lasciarsi ammirare e poi è partita, ad ali spiegate, elegante dominatrice dei cieli vicentini.

Per due mesi a prendersi cura di lei è stato Alberto Fagan, massimo esperto di rapaci e gestore del Centro Recupero Rapaci di Fimon. Gli era stata consegnata dagli agenti della polizia provinciale di Vicenza chiamati a San Nazario da Renato Campana. Campana racconta che l’aquila era planata nel giardino dell’amico Luigi Campana. Talmente era bisognosa di cure, da affidarsi senza timore alle braccia di Luigi e da lasciarsi perfino accarezzare.

L’intossicazione da piombo
Era debilitata – spiega Fagan – pesava solo 3 chili e 600 grammi e aveva un leggero gonfiore sul gomito dell’ala destra, tanto da ipotizzare un trauma da urto. Per curarla al meglio, mi sono consultato con il professor Mauro Delogu dell’Università di Bologna, specializzato in scienze mediche veterinarie. E’ stata riscontrata un’anemia importante, dovuta, a detta del professor Delogu, a saturnismo, cioè intossicazione da ingestione di piombo, che può essersi accumulato negli anni a seguito di ingestione di selvaggina”.
L’aquila è stata quindi trattata con prodotti a base di calcio. I primi giorni, racconta Fagan, non era neppure in grado di salire sull’appoggiatoio all’interno della voliera, tanto che è stato realizzato un appoggio a terra con un cippo in legno. Lentamente, grazie alle cure, si è rinforzata e, dopo un paio di settimane, ha cominciato a sollevarsi fino all’appoggiatoio.

Perchè è stata liberata a Rubbio
Ora è tornata in forma e ha raggiunto l’autonomia, pertanto era arrivato il momento di rimetterla in libertà. Il luogo della liberazione è stato località Tortima, tra Marostica e Lusiana-Conco. “E’ un maschio adulto di circa vent’anni – spiega Fagan -. Può tornare libero, ma dobbiamo tutelarlo in questi primi giorni in cui è più fragile. L’area di Rubbio è territorio di caccia, dove non avrà difficoltà a trovare prede di cui nutrirsi. L’area di San Nazario, dove con tutta probabilità aveva nidificato, potrebbe in sua assenza essere stata occupata da un altro esemplare: quando manca un membro della coppia in un sito riproduttivo, è naturale che un altro esemplare ne prenda il posto. In questo periodo di piena attività riproduttiva, il nuovo ‘occupante’ potrebbe essere molto aggressivo nella difesa di quello che è diventato il suo territorio, pertanto liberare l’aquila in quella zona l’avrebbe messa in serio pericolo”.

“La liberazione dell’aquila è un momento di straordinaria suggestione – commenta il presidente della Provincia Andrea Nardin – ma è solo l’atto finale di un percorso che ha richiesto grandi professionalità e conoscenze: della polizia provinciale in primis, a cui è stato affidato il rapace una volta recuperato, e di Alberto Fagan e del Centro Recupero Rapaci di Fimon, eccellenza del nostro territorio con cui la Provincia di Vicenza collabora da decenni nella gestione della fauna selvatica ferita. Una sinergia vincente”.
“Tra i protagonisti di questa bella storia a lieto fine c’è Renato Campana – sottolinea il vicepresidente Moreno Marsetti – a lui si deve il primo supporto all’aquila ferita. Campana è un cacciatore di lungo corso, un vero cacciatore, rispettoso della natura e dei suoi equilibri. Grazie alla sua esperienza la polizia provinciale ha potuto intervenire in tempi rapidi, permettendo la completa guarigione dell’aquila”.

“Come Regione Veneto – afferma il presidente del Consiglio Regionale Roberto Ciambetti, pure presente alla liberazione – finanziamo i centri di recupero rapaci, come quello di Alberto Fagan che è un punto di riferimento nazionale. Oggi abbiamo visto il risultato della sua esperienza e professionalità di Fagan, con un’aquila che è tornata a volare sopra le nostre montagne. Ringrazio anche l’amico Renato Campana per la sensibilità che sempre dimostra verso i temi ambientali e faunistici”.

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