Il ministero ordina la chiusura del punto nascite dell’ospedale San Lorenzo
Il reparto maternità valdagnese è di nuovo a rischio. Stavolta la decisione di chiuderlo sembra definitiva: il dicastero della Salute ha imposto la chiusura in tutta Italia di 561 reparti, in Veneto sono quattro tra cui questo.
La disposizione è stata data, come si legge nel Corriere del Veneto, da Andrea Urbani, direttore generale della programmazione per il ministero della Salute che il 2 luglio scorso ha comunicato la decisione inviando una direttiva a Venezia. I reparti di cui si prevede la chiusura, oltre a quello di Valdagno, sono le maternità degli ospedali di Trecenta (di fatto già chiusa), Adria e Piove di Sacco. Il concetto di fondo, secondo il ministero, è che i poli più piccoli, sotto i 500 parti all’anno, non presentano più standard di sicurezza sufficienti per mamme, neonati e operatori sanitari.
Su Valdagno (e non solo) la Regione di fatto aveva avviato un braccio di ferro con il ministero già da due anni, chiedendo la deroga per tenerli aperti. Si sono salvati, nel senso che il “Comitato percorso nascita nazionale” ministeriale ha dato parere favorevole alla deroga, altri tre punti nascite: quelli di Asiago, Pieve di Cadore e Venezia, per le specificità del loro territorio.
Valdagno, con 399 parti l’anno scorso, non presenterebbe secondo il ministero un disagio “orografico” (cioè peculiarità sfavorevoli a livello di territorio), inoltre la zona è considerata ben servita e vicina ai punti nascita di Vicenza, Santorso e Arzignano. Viceversa, è stata riconosciuta la peculiarità di Asiago, con tre obblighi per la Regione per mantenere il reparto: le gravidanze a rischio devono essere dirottate a ospedali di livello superiore, vanno accolte solo donne con gravidanze non inferiori alle 34 settimane, vanno rispettati i requisiti di sicurezza previsti e ogni sei mesi la Regione dovrà inviare a Roma al ministero una relazione.