Radiocollare per mappare spostamenti lupi. In Veneto sono 43
Radiocollare in arrivo per i lupi “veneti” nelle aree comprese tra Lessinia, Monte Carega a Altopiano di Asiago. E’ quanto ha annunciato ieri l’assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan, al tavolo regionale per la gestione del lupo e dei grandi carnivori, convocato a Venezia.
La cattura di alcuni esemplari e la loro geolocalizzazione mediante radiocollare permanente (con sgancio da remoto) è la nuova proposta presentata dalla Regione Veneto, e già approvato in via preliminare dal Ministero dell’Ambiente e dall’Ispra, per una gestione ‘proattiva’ dell’animale carnivoro che da qualche anno ha ripopolato l’area montana del Veneto. Potranno essere catturati e anestetizzati fino a 10 esemplari (l’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale ha specificato tecniche, modalità e presidi ai fini di garantire l’incolumità) tra la metà dell’estate e sino alla fine dell’inverno, al fine di dotarli di collari GPS-VHF per monitorarne con precisione abitudini di vita, spostamenti e attività.
“Si tratta della prima esperienza in Europa dell’utilizzo della telemetria per la mitigazione del conflitto tra uomo e lupo”, spiega l’assessore all’agricoltura Giuseppe Pan. “I sistemi di cattura e di immobilizzazione farmacologica sono già stati sperimentati con successo in Toscana e nel parco della Maiella. Ora, grazie al supporto scientifico del dipartimento di medicina veterinaria dell’Università di Sassari e alla collaborazione tra polizia provinciale, personale della Regione, personale del Parco, agenti dei Carabinieri Forestale, sarà possibile gestire un progetto di stretto monitoraggio degli spostamenti, di conoscenza dettagliata della consistenza e delle attività dei branchi, ma soprattutto di allerta agli allevatori: quando il lupo si avvicinerà alle aree di allevamento e di pascolo scatteranno ‘barriere virtuali’ e segnali di allerta in modo da avvisare l’allevatore e da scoraggiare il predatore con luci stroboscopiche e avvisi acustici”.
L’utilizzo congiunto di videotrappole, sistemi di rilevazione telemetrica e di analisi genetiche – sottolinea Pan – saranno determinanti per consentire di intervenire prontamente e adeguare gli interventi di prevenzione anche in base agli spostamenti degli animali. “L’obiettivo – specifica l’assessore – è superare una gestione meramente passiva dei danni inferti con le predazioni e sposare invece un nuovo approccio, proattivo, di gestione del conflitto e quindi della convivenza tra zootecnìa e presenza del lupo”.
Ma quanti sono i lupi in Veneto e nel Nord Italia?
I dati più aggiornati del monitoraggio con campioni genetici effettuato nella stagione invernale 2017/2018 nell’ambito del progetto WOLFALPS documentano la presenza in Veneto di 6 branchi, per un totale di almeno 43 lupi, di cui 42 associati ai branchi e 1 vagante, campionato in Cansiglio al confine con il Friuli Venezia Giulia. La dimensione media dei 6 branchi monitorati è di 7 lupi, segno di una buona capacità riproduttiva della specie. La popolazione del lupo sulle Alpi Orientali, dal 2014 ad oggi, risulta in espansione sia a livello demografico sia spaziale: infatti, dalla presenza documentata di un branco in Veneto nel 2014/2015 per un totale di almeno 11 lupi stimati sul territorio regionale, si è passati ad un branco e una coppia nel 2015/2016 per un totale di almeno 14 lupi stimati, a 6 branchi nel 2017/2018 per un totale di almeno 43 lupi stimati in Veneto. Nel 2017/2018, 4 dei 6 branchi monitorati sono distribuiti lungo il confine regionale con la provincia di Trento.
Nell’arco alpino, versante italiano, la presenza del lupo è molto più consistente nel settore Nord-Occidentale, dove è stata censita la presenza di 46 branchi più 5 coppie, per un totale di 51 unità riproduttive e una stima di almeno 287 esemplari. La regione più interessata è il Piemonte, dove si concentra il 95 per cento dei lupi delle Alpi occidentali italiane: in provincia di Cuneo i branchi monitorati sono 19, in quella di Torino 13.
Dal 1° gennaio 2018 ad oggi in Veneto sono state accertate 75 predazioni attribuibili al lupo, per un totale di 191 capi uccisi (in prevalenza ovini, 35 bovini e 12 asini). La Regione Veneto ha dato risposta alle istanze ricevute fino al bimestre maggio-giugno, mettendo in pagamento 16.800 di indennizzi.