Esecuzione in strada in pieno giorno. Ex orafo uccide un 39enne e poi si toglie la vita
ORE 21.00 Ci sarebbere una questione di soldi che legava le due famiglie dietro a quello che ormai si configura come un omicidio-suicidio. Lo affermano fonti investigative dei carabinieri, che in merito avrebbero raccolto alcune informazioni. Non ci sono ormai, infatti, più dubbi che ad uccidere Enrico Faggion sia stato l’ex orafo trissine 61enne Giancarlo Rigon, incensurato e detentore di porto d’armi a uso sportivo, il cui corpo senza vita è stato trovato poco dopo le 17 all’interno della sua Mercedes in una zona campagna di Trissino, in via Dugale. L’uomo si è tolto la vita probabilmente con una pistola Smith-Swesson, che i carabinieri presumono possa essere quella usata per freddare Faggion. Secondo alcune testimonianze, sarebbero stati ben cinque i colpi di pistola che hanno ucciso l’operaio 39enne in quella che sembra una vera e propria esecuzione. L’ex orafo lo ha atteso in strada, costretto a scendere dall’auto e dopo un violento litigio, lo ha freddato mentre stava tornando alla sua auto, colpendolo alla testa. I testimoni hanno dato agli inquirenti indicazioni precise sull’auto e anche sull’aspetto fisico dell’assassino, che si è ucciso poco dopo (ma è ancora da stabilire con esattezza quando): sul sedile, un biglietto con le ultime volontà rispetto alla sua sepoltura, ma nessun riferimento all’omicidio compiuto poco prima. La vittima viene descritta da chi lo conosceva come una persona buona e mite. Le indagini sono curate dai carabinieri di Valdagno e da quelli del nucleo investigativo provinciale.
ORE 17.45 Il presunto killer di Enrico Faggion sarebbe stato ritrovato morto pochi minuti fa a bordo di una Mercedes classe E. Ne dà notizia il Giornale di Vicenza. La presenza di una pistola e il cadavere di un uomo la cui identità non è ancora stata rivelata fanno propendere per l’ipotesi del suicidio.
ORE 15.30 Le forze dell’ordine sarebbero sulle tracce di una Mercedes di colore grigio, che sarebbe stata indicata da alcuni residenti. Difficile ricostruire cosa accaduto negli antefatti alla sparatoria, ma sembra che Enrico Faggion viaggiasse sul suo veicolo – una Kia di colore bianco – nei pressi della casa della famiglia d’origine, dove era solito pranzare. All’origine potrebbe esserci un’animata discussione nata con uno o più occupanti delle vettura scura, ora ricercati. Cinque i colpi di pistola accertati. L’area è stata chiusa al pubblico, i testimoni sentiti in caserma dei carabinieri.
ORE 15 La vittima è stata identificata. Si tratta di Enrico Faggion, classe 1979, di Trissino ma da alcuni mesi residente nel Veronese. Alcuni conoscenti affermano che l’uomo era promesso sposo e avrebbe dovuto convolare a nozze tra pochissimi giorni, l’8 agosto. Lavorava come operaio da circa sei anni in una nota azienda di Brogliano, la MB Conveyors, dove sono impiegati anche altri parenti. Da parte degli inquirenti massimo riserbo sulle indagini, inspiegabile al momento il movente dell’omicidio.
ORE 14.30 Terribile notizia da Trissino: un uomo della zona – un 39enne secondo le prime indiscrezioni da confermare – sarebbe stato ucciso sul ciglio della strada da poco più di un’ora. A colpi di pistola sparati, sempre secondo le prime notizie frammentarie, da un’auto in movimento poi datasi alla fuga. Per la vittima dell’agguato, un italiano del paese, non c’è speranza di salvezza, un telo infatti coprirebbe il cadavere sul marciapiede secondo alcune testimonianze di cittadini di Trissino e lavoratori di passaggio nella zona. Intanto è già caccia al (o ai) killer autori dell’efferato delitto, anche con l’utilizzo di elicotteri che in questi minuti stanno sorvolando l’Altovicentino e posti di blocco.
L’omicidio è avvenuto in un centro abitato, di fronte ad abitazioni e condomini, precisamente in via Nazario Sauro. Poco lontano dalla piscina, da dove si sarebbero uditi i colpi d’arma da fuoco, poco prima delle 13, attirando in strada decine di persone in quel momento rientrati in casa per la pausa pranzo. Sul posto polizia locale, carabinieri e il personale del Suem che non ha potuto che constatare il decesso dell’uomo, martoriato dai proiettili.