Fontana: “Abroghiamo la legge Mancino”. Scoppia la bufera
Ennesima proposta destinata a far discutere quella del ministro per la Famiglia, Lorenzo Fontana, già criticato per le sue affermazioni su coppie gay, famiglie arcobaleno e aborto. Il ministro ripropone, attraverso un lungo post su Facebook, una storica battaglia della Lega per cui il partito di Matteo Salvini aveva lanciato anche una raccolta firme: l’abolizione della legge Mancino.
Ma che cosa è la legge Mancino?
E’ una norma approvata nel 1993 che sanziona e condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista, e aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. La legge punisce anche l’utilizzo di simbologie legate a suddetti movimenti politici.
“I fatti degli ultimi giorni rendono sempre più chiaro come il razzismo sia diventato l’arma ideologica dei globalisti e dei suoi schiavi (alcuni giornalisti e commentatori mainstream, certi partiti) per puntare il dito contro il popolo italiano – scrive Fontana su Facebook – accusarlo falsamente di ogni nefandezza, far sentire la maggioranza dei cittadini in colpa per il voto espresso e per l’intollerabile lontananza dalla retorica del pensiero unico. Una sottile e pericolosa arma ideologica studiata per orientare le opinioni”.
Un post che, a stretto giro, scatena l’ira delle opposizioni, con Pd e Leu che chiedono la convocazione urgente di Matteo Salvini in Parlamento. Proprio il ministro dell’Interno si dice concorde alla proposta del ministro Fontana e inizialmente afferma : “Sono d’accordo. Alle idee, anche le più strane, si risponde con le idee, non con le manette”. Poi precisa: “Non è una priorità del governo”. E pochi secondi dopo arriva lo stop del vice premier M5S, Luigi Di Maio con un netto: “La legge Mancino rimanga dov’è. Non è nel contratto, non è in discussione”. Stesse parole usate dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: “Sono sacrosanti gli strumenti legislativi che contrastano la propaganda e l’incitazione alla violenza e qualsiasi forma di discriminazione razziale, etnica e religiosa”.