Un anno dall’attentato di Barcellona. Senza Luca, Marta cerca un senso nel volontariato
La vita di Marta Scomazzon è cambiata per sempre il 17 agosto 2017 alle 16.50. Il momento della corsa pazza di un furgone sulla Rambla di Barcellona affollata di turisti, che ha ucciso 16 persone. Tra le vittime di quello che subito è stato classificato come un attentai terroristico, c’era anche il suo fidanzato Luca Russo. La 22enne, invece, seppur ferita in modo grave è sopravvissuta.
E’ trascorso un anno esatto dalla morte dell’ingegnere bassanese di 25 anni e questa sera alle 19 in sua memoria sarà celebrata una messa nella chiesa di San Francesco a Bassano. Tra un mese, invece, per motivi legati alla stagionalità delle piante sarà messo a dimora al Giardino Parolini un acero della Manciuria, donato da Marta per ricordare Luca.
In questi giorni, in concomitanza con la ricorrenza, Marta Scomazzon ha espresso i propri pensieri in una intervista rilasciata al Corriere del Veneto e in una lettera pubblicata sul Giornale di Vicenza, in cui racconta com’è trascorso quest’anno. Un anno con il ricordo dell’attentato vissuto, un anno senza il suo Luca. “E’ trascorso in fretta”, ha detto. La ragazza, che qualche mese fa si è laureata in Scienze Politiche e ora sta proseguendo gli studi per la laurea magistrale, ha cercato di impegnare il più possibile le giornate, in modo da tenere la mente occupata e non lasciarsi sopraffare dal dolore.
Ma, soprattutto, ha cercato di dare un senso a quanto le è accaduto. “Senza però riuscirci”, ha spiegato. Così ha cercato “di fare qualcosa di buono” e lo fa raccogliendo fondi per l’associazione benefica Dario Bonamigo, che opera in Kenya. Attualmente l’associazione sta costruendo una scuola per infermieri. Durante il funerale di Luca Russo un anno fa, alla messa di questa sera e durante la cerimonia di piantumazione dell’albero il prossimo 16 settembre, Marta Scomazzon raccoglierà soldi da devolvere all’associazione.