Giovane trissinese detenuto da quasi 6 mesi a Beirut: ha fotografato un sito militare
Momenti di ansia, in una famiglia di Trissino, per un 24enne detenuto da quasi sei mesi a Beirut in una caserma senza una imputazione precisa. La madre – Erica Masiero – ora è nell’angoscia: non riesce a contattarlo dal 14 giugno scorso. La vicenda di Karim Bachri, 24enne italiano residente a Trissino – figlio di un cittadino marocchino e di una trissinese – è fin dall’inizio all’attenzione della Farnesina e del Consolato italiano in Libano. Il giovane è stato arrestato l’8 marzo scorso, due giorni dopo il suo arrivo nella capitale libanese. Da quello che la madre è riuscita a capire nelle brevi telefonate con il figlio – amante dei viaggi e appassionato fotografo – pare che il motivo sia l’aver fotografato una struttura militare, anche se un preciso capo di imputazione non è stato ancora formalizzato.
La Farnesina, attraverso la Direzione italiani all’estero, ha fatto sapere di seguire il caso “con la assima attenzione e in contatto con i congiunti”. “E’ evidente che ha fatto una sciocchezza fotografando quel sito. Io non lo sento dal 14 giugno, ma il 25 luglio ha ricevuto una visita dal consolato italiano e lo ha visto anche il suo avvocato – spiega la mamma, apprezza chef vegano-crudista -. Io non posso chiamarlo, mi ha sempre chiamato lui e nelle brevi telefonate mi ha sempre assicurato di stare bene e di essere fiducioso in una soluzione positiva della vicenda. In occassione della visita del 25 luglio però il consolato mi ha comunicato che sono cambiate le modalità di comunicazione e che era stato trasferito”. Avvocato e Consolato dovrebbero reincontrarlo nei prossimi giorni e il tre settembre partirà alla volta del paese dei cedri anche la madre.
“Mi ha sempre detto di non preoccuparmi, che non aveva fatto nulla di male. Il giudice però non ha ancora chiuso le indagini e formulato un capo d’accusa: in Libano questo è la norma perchè è un paese in guerra” spiega Erica Masiero.
Karim Bachri ha frequantato il liceo Quadri a Vicenza, successivamente si è iscritto ad ingegneria meccatronica con voti molto buoni, poi però ha lasciato gli studi. Prima di partire lavorava come rappresentante. Appassionato di viaggi, non era la prima volta che andava in Libano ed ha viaggiato anche in giro per l’Europa con l’interrail, negli Stati Uniti da uno zio rettore universitario, in Marocco dai parenti (la madre racconta che un altro zio è vicepresidente del Tribunale di Casablanca). Per questo la famiglia non si era preoccupata per quest’ultimo viaggio nel paese mediorientale.