Altri guai per l’ex funzionario Titomanlio: stangata da oltre 50 mila euro
A poco meno di un anno dal caso che coinvolse l’ex arbitro e guardalinee di serie A e – anche qui ora ex – funzionario giudiziario del Tribunale Stefano Titomanlio, a finire “in fuorigioco” insieme a lui sarebbe stavolta l’emittente televisiva – Tva Vicenza – che lo ospitava come opinionista sportivo. A rivelarlo è il nucleo di polizia economico-finanziaria delle Fiamme Gialle di Vicenza. In breve, l’incarico che ricopriva in particolare nella trasmissione calcistica Diretta Biancorossa nel quadriennio 2013/2017 non sarebbe stato autorizzato dall’ente preposto a consentire (o meno) l’attività “extra”, oggetto di emolumenti. Da qui le indagini amministrative e la sanzione di 56.453,20 euro comminata in solido alla società e all’uomo residente nel Bassanese. In pratica il doppio rispetto a quanto percepito in quattro anni circa di collaborazione.
Stefano Titomanlio, in passato in servizio presso il Tribunale di Bassano del Grappa e,
successivamente, trasferito nella nuova sede del capoluogo, era stato implicato in una storia di “mazzette” che, seppur di lieve entità, gli sono costate il posto di lavoro. In ordine di tempo (e nel giro di pochi mesi) sono avvenuti l’arresto in flagranza, i domiciliari, le dimissioni volontarie dall’incarico di funzionario e il successivo patteggiamento che avrebbe dovuto chiudere definitivamente la vicenda giudiziaria e saldare il conto con la giustizia. Un conto che, alla luce della notizia odierna, risulta invece ancora più salato.
Parallelamente, però, nei mesi scorsi si era aperto un fascicolo riguardo la prestazione di commentatore televisivo, da esperto del settore in virtù della sua carriera sportiva nell’Aia (Associazione Italiana Arbitri), una capitolo che nulla aveva a che fare con l’inchiesta conclusa la corsa primavera. L’esito delle attività investigative esperite dal nucleo speciale Anticorruzione della Guardia di Finanza di Roma avrebbe accertato la partecipazione sistematica dell’ex funzionario pubblico (con cadenza per lo più settimanale), a due note trasmissioni televisive dedicate al panorama calcistico berico, percependo un compenso complessivo di 28.226,60 euro. Il tutto, secondo i militari specializzati, in violazione dei regolamenti che dispongono una preventiva autorizzazione scritta e vincolante. Che, secondo i riscontri effettuati, non sarebbe mai pervenuta dalle parti coinvolte.
“L’attività ispettiva svolta dalle Fiamme Gialle beriche – spiega la nota dell’ufficio stampa – va inquadrata nel contesto dell’azione mirata volta ad accertare l’osservanza delle vigenti disposizioni in materia di incompatibilità, lavoro a tempo parziale e cumulo d’impieghi dei dipendenti statali”.