“Porte aperte”: il vescovo pronto ad accogliere migranti della Diciotti. Ma non arrivano
Se n’è parlato molto e, tra favorevoli e contrari, era scoppiato un caso ancor prima che arrivassero. Sono i migranti salvati al largo di Lampedusa dal pattugliatore della Guardia costiera italiana, la nave Diciotti, il 20 agosto e fermi per alcuni giorni a bordo dell’imbarcazione fino a che a sbloccare la situazione è stata la Conferenza episcopale italiana. La Cei, infatti, si è detta disposta a trovare accoglienza per i profughi della nave Diciotti in varie realtà cattoliche italiane. Tra queste, anche la diocesi di Vicenza aveva dato la propria disponibilità.
Una settimana fa sembrava che quattro profughi arrivassero in provincia, probabilmente a Malo, dato che la parrocchia aveva dato la propria disponibilità. Di qui le reazioni, sia favorevoli che contrarie. Tra le seconde è stata visibile quella del Movimento Sociale Italiano che, davanti al duomo di Malo, ha attaccato uno striscione con scritto: “T€or€ma solidali€tà”: Diciotti=4×35″. Alla fine, però, i quattro richiedenti asilo che la Chiesa vicentina si era detta disposta ad accogliere, sulla scia degli altri 200-250 che ospita in parrocchie o altre realtà affini e istituti religiosi, non sono arrivati. “Ci è stato riferito che non è più necessario – ha spiegato il vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol – ma le nostre porte rimangono aperte”.
Nel frattempo, ieri dal ministero dell’Interno è stata resa nota la notizia che una cinquantina dei migranti sbarcati dalla nave Diciotti, di cui la Cei si è presa carico tramite la Caritas italiana, è sparita dal centro Rocca di Papa dove era stata accolta in maniera temporanea prima dei trasferimenti in varie parti d’Italia. Con Vicenza, altre 40 diocesi avevano dato disponibilità all’accoglienza.